giovedì 5 luglio 2012

5 luglio 2012, Intervista su Repubblica: "La classe di Alice"


Era il 17 luglio del 1965 quando, a nemmeno undici anni, faceva il suo debutto su un palco con il suo vero nome, Carla Bissi. Quarantasette anni e diciannove dischi dopo, Alice è ancora li', su un palco, interprete raffinata e unica come pochissime in Italia, capace di costruirsi un percorso indenne a mode e tendenze.
Questa sera la cantante sarà al Dal Verme per la Milanesiana con un repertorio talmente vasto da avere l'imbarazzo della scelta.
Cosa ascolteremo stasera?
«Farò dei brani tratti dal miei vecchi dischi, sicuramente uno spazio importante lo occuperanno le canzoni tratte dagli scritti di Pier Paolo Pasolini messe in musica da Mino Di Martino. In scaletta però includerò anche due canzoni, in anteprima assoluta, del mio nuovo disco, che uscirà a settembre».  
Lei ha attraversato quattro decenni di musica: come vede la scena oggi? Le piacciono i talent che vanno per la maggiore? «Devo dire di no, non riesco a seguirli. In tutta sincerità trovo che siano spettacoli televisivi più che musicali, sfruttano talenti e spesso li bruciano perché non consentono loro di potersi sviluppare e di crescere. Un tempo era possibile crescere, lavorare e per raggiungere risultati passavano anche anni. Oggi allora, dico che è meglio il web dei talent».
Chi erano i suoi miti, i modelli quando ha cominciato? «Mai avuto miti o leggende da seguire, non mi è mai appartenuta quella logica. Pero' ricordo che negli anni Settanta guardavo con grande interesse a due modelli femminili molto diversi: Aretha Franklin e Carole King».
In carriera, oltre a personaggi come Battiato, ha lavorato con grandi musicisti stranieri come Mick Karn e Richard Barbieri, Phil Manzanera e Tony Levin: a chi è rimasta più legata? «Con quelli con cui ho lavorato più a lungo, senza dubbio. Jansen, per esempio, che ha prodotto molti pezzi e con cui ho fatto un bellissimo tour europeo. Ma anche delle collaborazioni con Jon Hassell e Paolo Fresu ho un bellissimo ricordo».
Nel nuovo disco, che sarà il suo primo di inediti dopo nove anni, ci sarà anche la mano di Tiziano Ferro. Come vi siete incontrati? «Sono una fan di Ferro fin da tempi non sospetti, mi è sempre piaciuto il suo modo di scrivere canzoni senza mai essere banale, cosa sempre difficile. Un amico comune ci ha messo in contatto e devo dire che Tiziano è stato gentilissimo e disponibile, non credevo». 
Nel disco ci sarà anche il suo vecchio amico Franco Battiato? «Poteva mancare? Una sera, dopo che in macchina avevo ascoltato a tutto volume la sua meravigliosa L'ombra della luce, l'ho chiamato e gli ho chiesto di scrivermi una canzone che fosse altrettanto bella. E lui così ha fatto». Fonte: La Repubblica - ANDREA MORANDI