lunedì 12 novembre 2012

Le canzoni di Carla rinascono nella sua città

ALICE: L'INTERVISTA  

Sarà al 'Fabbri' per beneficenza. Una carriera di successi e ora l'ultimo album 'Samsara', di Maurizio Burnacci - Il Resto del Carlino - Cesena


Le canzoni di Carla sono da anni un patrimonio internazionale. Le prime sono nate qui. A Forlì. La sua città. Si sa, lei è Carla Bissi, che vede la luce in città il 26 settembre 1954. E adesso Carla - Alice torna sotto San Mercuriale con una tappa del suo tour italiano in cui presenta il nuovo album di inediti dal titolo 'Samsara', termine sanscrito che nelle religioni indiane è inerente al ciclo inesausto di vita, morte e rinascita. 
Carla fin da giovanissima manifesta il suo talento, la sua passione; la prima esibizione di cui si ha notizia è il quinto 'Festival internazionale dei ragazzi', che si tiene a Sanremo il 17 e 18 luglio del 1965; nel '71 vince il festival di Castrocaro; l'anno dopo partecipa di diritto a Sanremo, col pezzo 'Il mio cuore se ne va'; nel '75 assume il nome di Alice Visconti; nell'80 abbandona il cognome e resta solo Alice; e arriva il grande successo internazionale con pezzi come 'Il vento caldo dell'estate', 'I treni di Tozeur' e 'Per Elisa', con cui vince il festival di Sanremo dell'81. 

Lei ha iniziato prima a cantare e poi a parlare...
«Diciamo che il canto sta nel mio Dna. Canto da sempre. Da quando sono nata. Ho iniziato piccolissima e poi mi sono via viaperfezionata, con lezioni e corsi, anche di pianoforte». 

Ma voleva fare effettivamente la cantante? 
 «All'inizio non ci pensavo. Mi piaceva esibirmi e lo facevo. Poi però mi sono fermata». 

Una scelta forzata? 
«Una mia scelta, semplicemente perché non mi piaceva quello che facevo. Poi nel '75 c'è stata la svolta. Ho ricevuto una proposta di lavoro. Un contratto. E da quel momento la mia passione è diventata una professione». 

Poi però c'è stata un'altra svolta. 
«Sì. E anche in quel caso ho scelto di cambiare registro. Sono diventata cantautrice, è nata Alice. E poi c'è stato l'incontro con Battiato. Un sodalizio professionale magico». 

E nell'81 ecco il trionfo a Sanremo con 'Per Elisa'. 
«Un successo che mi ha fatto conoscere a livello internazionale. Ma poi ho continuato il mio registro, scrivendo le mie canzoni, facendo sempre ciò che mi piaceva». 

Una vita fatta di rinascite. 
«Il titolo del mio ultimo album, Samsara, riprende questo concetto di circolarità della vita».

Circolarità che l'ha riportata a Forlì. 

«Quella del 30 novembre al teatro Fabbri è una data inserita successivamente nel mio tour cui tengo molto. Un concerto per beneficenza per ricordare un amico scomparso e per supportare i malati e i familiari dei malati di Sla, patologia terribile non supportata adeguatamente dalle istituzioni. Sono molto felice di contribuire a fare qualcosa per questo dramma sociale».

E la sua Forlì, come la ritrova oggi? 

«Purtroppo non vengo spesso. Ma per esempio, qualche giorno fa durante un premio, Vittorio Sgarbi ha detto che Forlì è una delle città più belle d'Italia. Mi ha fatto piacere. Io sono anni che non la vivo. Però ho frequentato le mostre del teatro San Domenico: tutte bellissime».