sabato 15 dicembre 2012

Alice al Teatro Puccini di Firenze: la voce oltre ogni limite


Il concerto fiorentino di Alice del 13 dicembre, al Teatro Puccini, ha rischiato di non andare in scena per alcuni problemi di raucedine della cantautrice, la cui voce però ha stretto denti e lingua ed ha superato, da numero uno, ogni limite di salute e ha trionfato su un palco decisamente amico e pieno di supporters.
Sono belle le canzoni dell'ultimo album Samsara, prodotto da Steve Jansen, Francesco Messina e Marco Guarnerio, pubblicato da Arecibo e distribuito dallo scorso settembre. Ha collaborazioni importanti come quella con Tiziano Ferro, che per lei ha scritto il singolo Nata ieri, oltre a Cambio casa, o l'altra, rinnovata perché assolutamente storica, con Franco Battiato, il quale, insieme a Manlio Sgalambro, le ha confezionato l'intensa Eri con me.
L'artista forlivese, fisico da modella ed eleganza vocale e di moti innata, ha snocciolato il suo repertorio con la professionalità che l'ha sempre contraddistinta: una compilation di canzoni vecchie e nuove che ha trasformato il concerto, per sua stessa ammissione, in un viaggio continuo tra passato e presente, due dimensioni che in lei si sono, non tanto alternate, quanto integrate interagendo con emozione.
I brani? Morire d'amore, Nata ieri, Orientamento (tutta sua), Eri con me, Autunno già, L'era del mito (di Juri Camisasca), due classici come Chanson egocentrique e Prospettiva Nevskij, e tanti altri successi e novità fino al (finto) finale con lo splendido omaggio al Lucio Dalla de Il cielo, canzone inserita in Samsara. I bis? Naturalmente, gli attesissimi evergreen Il vento caldo dell'estate e Per Elisa. Teatro Puccini almeno al quarto grado della scala Mercalli!

Alice è un'instancabile ricercatrice ed è forse questa sua curiosità artistica, mista alla sua nobile semplicità personale, alla capacità di cantare anche brani apparentemente più leggeri, ma comunque di qualità, e a una voce che non si accorge di anni e malanni, il segreto del suo successo. Fuori dal teatro, con le sue note ancora in mente, portiamo con noi il forte impatto di un pubblico predisposto all'ovazione, il suo ghiaccio bollente umano, la sua colta e raffinata passionalità canora, il ricco plurilinguismo vocale, che la fa spaziare dall'italiano al francese, dal friulano al napoletano, e un fermo immagine in perenne movimento da sacerdotessa rotante. Come i Dervisci del 'suo' Franco Battiato. Recensione di Enrico Zoi - Grazie per le foto a Flavio Tempo senza Tempo