giovedì 13 settembre 2012

Alice: al successo preferisco la musica


"Samsara", un album di inediti dopo 14 anni , tra gli autori Battiato e Ferro 

Marinella Venegoni, LA STAMPA

Milano, Alice. Musa corrucciata, voce tenebrosa. Romagnola chic e un po’ algida, ossimoro della Pausini per capirci. Interprete mirabile di bellissime cose di Franco Battiato fra gli ‘80 e i ‘90 e alchimista accurata di presenze e assenze, torna a 58 anni con un album di inediti da rimarcare, essendo il primo dopo ben 14 anni passati fra cover (di riguardo) e live. 14 anni non facili per chi ami coltivare la canzone di qualità, ed è una scommessa questo Samsara , titolo in sanscrito (il flusso incessante della vita) 13 canzoni che mescolano storia, rimandi poetici, misticismo, omaggi, confessioni d’autore: lei stessa 2 volte nel ruolo di autrice, con poi l’aiuto soprattutto di Mino De Martino (ricordate i Giganti?) che asseconda ispirazioni a Rimbaud e Verlaine; e Battiato che le regala Eri con me , di misticismo minimalista e impervio; e Tiziano Ferro, autore più battiatesco di Battiato in Nata Ieri e guizzante invece in Cambio casa scritta con Michele Canova; e una cover dei Califfi. Tinte scure e teatralità sono notevoli, a volte fin troppo ambiziose. Interprete di razza, Alice punta alto anche quando rende omaggio a due grandi Assenti come Lucio Dalla ( Il cielo ) e Giuni Russo (’ A cchiù bella , testo di Totò, musica di Giuni).
Un lavoro da riascoltare per innamorarsene con calma. Alice sta preparando un tour teatrale per l’autunno, poi fughe in Germania e Nord Europa dov’è assai apprezzata. «Ho sempre fatto molti concerti. E’ una scelta degli ‘80, dopo la vittoria a Sanremo nell’81 con Per Elisa di Battiato: mi volevano in America e in tour per 3 anni, ho detto di no. Nell’84 avrei mollato tutto, poi la vita mi ha messa nelle condizioni di continuare. Ho spostato il timone da un’altra parte e seguito le mie inclinazioni: grazie alla canzone più popolare sono ancora qui, ma ho capito ciò che per me contava». Certo, 14 anni senza inediti sono lunghi, se tutti facessero così saremmo meno intasati ma anche meno stropicciati, nel repertorio italiano... «Ho fatto una ricerca con dedizione. Si è perso di vista il perché si faccia musica e il suo senso, che va al di là del linguaggio: da un certo punto in avanti tutto è stato finalizzato ai numeri, io ho preso le distanze ma ogni scelta comporta una rinuncia. Il desiderio di successo legato al potere è il fine della nostra società, ci fa dimenticare tutto. L’umanità si è mossa così, e la musica pure va da quella parte. Avere qualcuno che spezza queste catene è una cosa importante: molti vanno in questa direzione ma ancora non si vede».
Racconta di aver chiesto a Battiato un pezzo mistico, ascoltando L’ombra della Luce. Parla dell’«immediatezza straordinaria» di Ferro, che contraccambia: «Alice è un emblema di stile e integrità, fa musica come si dovrebbe: segue l’istinto e la passione, asseconda i propri tempi e la propria sensibilità». 
Una tipa bella tosta, ecco.