mercoledì 25 settembre 2019

Alice | Art et Décoration | Jesi | Festival Futuro.Infinito

Grande successo nello splendido Teatro Pergolesi di Jesi per Alice, accompagnata al pianoforte da Michele Fedrigotti in "Art et Décoration", concerto in cui interpreta sul filo della delicatezza spartiti che anticiparono la forma-canzone nel genio di Satie, Fauré, Montsalvage, Sadero, Hahn, Gurney, Ravel, Villa-Lobos. 

La carriera di Alice è quella di una cantautrice alla perenne ricerca della “realtà oltre l’apparenza”. Il tema del viaggio, con tutte le implicazioni che esso comporta, ricorre spesso nella sua poetica, e così è nel programma al centro del concerto, caratterizzato da un viaggio attraverso l’origine della canzone con brani di confine, chansons, songs e melodie di compositori di fine Ottocento e primi Novecento. Insieme ad un musicista di grande spessore come il M° Fedrigotti, Alice ha proposto una musica composta da ingredienti colti e popolari, che evoca la piacevolezza gaia e confortevole delle ore dedicate al divertimento e al riposo, nell’aspirazione ad un’arte, per dirla come Matisse, “che non tratti alcun tema preoccupante o angoscioso… qualcosa di analogo ad una buona poltrona”. Era la “musica d’arredamento”, intesa da Satie come arte che non era più necessario ascoltare “tenendo la testa tra le mani”. 

Il programma presentato sabato 21 Settembre si è aperto con "Gnossienne N. 1" piano solo di Erik Satie; per voce e canto, sono le Trois mélodies scritte dal compositore francese su versi di José Patricio Contamine de Latour: “Les angels”, “Sylvie”, ed “Elégie”; in scaletta, sempre di Satie, l’”Air du poète” su versi di Léon Paul Fargue, “Spleen”, “Daphénéo” su testi di Mimi Godebska, l’ “Air Du Rat”, la “Chanson” su versi di J.P. Contamine de Latour, e ancora Gnossienne n. 4 e Gnossienne n. 5. Di Gabriel Fauré Alice ha proposto la “Chanson d’amour” (testo di Armand Silvestre), la “Barcarolle” (testo di Marc Monnier), “Après un reve” (testo di Romain Bussine), “Adieu” su versi di Charles Jean Gradmougin; di Xavier Montsalvage, la “Cancion de cuna para dormir a un negrito” (testo di Ildefonso Pereda Valdes) e “Irish Lullaby” (testo di Afred Perceval Graves”, di Geni Sadero – il nome d’arte di Eugenia Scarpa – “Era la vo (Berceuse sicilienne). In scaletta anche “L’énamourée” (Theodore de Banville / Reynaldo Hahn), “Neere” (Leconte de Lisle / Reynaldo Hahn), “Sleep” (John Fletcher / Ivor Gurney), “Là-bas, vers l’église” di Maurice Ravel, “Adeus Ema” di Heitor Villa-Lobos, “Down by the Salley Gardens” e “Down east” di Ivor Gurney su versi di William Butler Yeats, “L’heure exquise” di Reynaldo Hahn su versi di Paul Verlaine. 

Nei bis Alice ha cantato "Je te veux" e "La Diva de l'Empire" di Satie, per poi concludere il viaggio musicale nel tempo giungendo alla forma-canzone pop più attuale con l'interpretazione di "Per Elisa". 
C'è il progetto di proporre ancora prossimamente questo programma, molto amato da lei e dal Maestro Fedrigotti, e, naturalmente, anche molto apprezzato dal pubblico.    
   
Foto Stefano Binci | Fondazione Pergolesi Spontini 
Fonte | VivereJesi.it