Alice non ha nascosto l'emozione per il suo ritorno a Forlì. "Sono cresciuta con mio nonno, che qui faceva il contadino e amava profondamente la terra - ha detto -. Questa provenienza mi ha aiutato a rimanere agganciata alla realtà anche di fronte ai successi e alle soddisfazioni professionali. Il mio percorso musicale é collegato a questo, alle scelte anti-commerciali; non ho mai cantato per avere successo; era una spinta interiore che mi ha portato a fare questa cosa perché la sentivo come una esigenza". Una spinta cominciata nel 1972, quando Carla Bissi incise il suo primo 45 giri, e che non si è più fermata.
Per i giovani che si avvicinano alla musica, Alice non vede un futuro troppo roseo, ma non spegne le speranze. "Bisogna sperimentare, andare a cercare cose che ci sono, esistono, ma non passano dai mezzi di comunicazione tradizionali". Dunque passare da programmi televisivi come X-Factor o Amici non serve? "E' un genere che munge gli artisti ma non li fa crescere. Alcuni di loro sono costretti ad andare poi dallo psichiatra una volta conclusa l'esperienza televisiva, perché vengono convinti di aver raggiunto una popolarità che però non è reale! Cominciamo a far misurare i talenti non con delle cover ma con brani inediti...".
Decidendo di esibirsi gratuitamente per la sua città, Alice ha confermato il valore dell'evento, dando vita a un gesto concreto per ricordare a coloro che si trovano costretti ad affrontare la malattia che non sono soli, perché la comunità intera li aiuta e li sostiene, come avviene solo nelle "grandi famiglie".ForlìToday