Alice

Alice

lunedì 12 novembre 2012

Le canzoni di Carla rinascono nella sua città

ALICE: L'INTERVISTA  

Sarà al 'Fabbri' per beneficenza. Una carriera di successi e ora l'ultimo album 'Samsara', di Maurizio Burnacci - Il Resto del Carlino - Cesena


Le canzoni di Carla sono da anni un patrimonio internazionale. Le prime sono nate qui. A Forlì. La sua città. Si sa, lei è Carla Bissi, che vede la luce in città il 26 settembre 1954. E adesso Carla - Alice torna sotto San Mercuriale con una tappa del suo tour italiano in cui presenta il nuovo album di inediti dal titolo 'Samsara', termine sanscrito che nelle religioni indiane è inerente al ciclo inesausto di vita, morte e rinascita. 
Carla fin da giovanissima manifesta il suo talento, la sua passione; la prima esibizione di cui si ha notizia è il quinto 'Festival internazionale dei ragazzi', che si tiene a Sanremo il 17 e 18 luglio del 1965; nel '71 vince il festival di Castrocaro; l'anno dopo partecipa di diritto a Sanremo, col pezzo 'Il mio cuore se ne va'; nel '75 assume il nome di Alice Visconti; nell'80 abbandona il cognome e resta solo Alice; e arriva il grande successo internazionale con pezzi come 'Il vento caldo dell'estate', 'I treni di Tozeur' e 'Per Elisa', con cui vince il festival di Sanremo dell'81. 

Lei ha iniziato prima a cantare e poi a parlare...
«Diciamo che il canto sta nel mio Dna. Canto da sempre. Da quando sono nata. Ho iniziato piccolissima e poi mi sono via viaperfezionata, con lezioni e corsi, anche di pianoforte». 

Ma voleva fare effettivamente la cantante? 
 «All'inizio non ci pensavo. Mi piaceva esibirmi e lo facevo. Poi però mi sono fermata». 

Una scelta forzata? 
«Una mia scelta, semplicemente perché non mi piaceva quello che facevo. Poi nel '75 c'è stata la svolta. Ho ricevuto una proposta di lavoro. Un contratto. E da quel momento la mia passione è diventata una professione». 

Poi però c'è stata un'altra svolta. 
«Sì. E anche in quel caso ho scelto di cambiare registro. Sono diventata cantautrice, è nata Alice. E poi c'è stato l'incontro con Battiato. Un sodalizio professionale magico». 

E nell'81 ecco il trionfo a Sanremo con 'Per Elisa'. 
«Un successo che mi ha fatto conoscere a livello internazionale. Ma poi ho continuato il mio registro, scrivendo le mie canzoni, facendo sempre ciò che mi piaceva». 

Una vita fatta di rinascite. 
«Il titolo del mio ultimo album, Samsara, riprende questo concetto di circolarità della vita».

Circolarità che l'ha riportata a Forlì. 

«Quella del 30 novembre al teatro Fabbri è una data inserita successivamente nel mio tour cui tengo molto. Un concerto per beneficenza per ricordare un amico scomparso e per supportare i malati e i familiari dei malati di Sla, patologia terribile non supportata adeguatamente dalle istituzioni. Sono molto felice di contribuire a fare qualcosa per questo dramma sociale».

E la sua Forlì, come la ritrova oggi? 

«Purtroppo non vengo spesso. Ma per esempio, qualche giorno fa durante un premio, Vittorio Sgarbi ha detto che Forlì è una delle città più belle d'Italia. Mi ha fatto piacere. Io sono anni che non la vivo. Però ho frequentato le mostre del teatro San Domenico: tutte bellissime».

domenica 11 novembre 2012

Alice torna a Forlì: "Canto nella mia città per sconfiggere la Sla"

Intervista alla cantante forlivese vincitrice di un Festival di Sanremo che sarà in concerto al "Diego Fabbri" il prossimo 30 novembre. Un evento benefico in cui sarà presentato anche il nuovo album "Samsara", di Gerry Di Maio, ForlìToday

Intervista ad Alice (Carla Bissi) nuovo album Samsara concerto a Forlì il 30 novembre 201
"Una forlivese per Forlì": è Alice, al secolo Carla Bissi, tornerà nella sua città il 30 novembre prossimo per un grande concerto benefico, il cui ricavato servirà per finanziare la ricerca e combattere la Sla. Un evento voluto anche per ricordare la figura di Alberto Bacchi, storico parrucchiere di Forlì, anche di Alice stessa. Un'occasione per i forlivesi di conoscere da vicino il nuovo album "Samsara", che segna il ritorno in grande stile sul panorama musicale per l'artista forlivese di nascita e friulana di adozione.
In città tanti le vogliono bene. Lo dimostra l'interesse che ha suscitato l'annuncio del suo concerto. A Romagnaoggi-ForlìToday l'artista, vincitrice del Festival di Sanremo nel 1981 (e ancor prima, agli albori della sua carriera, anche del festival di Castrocaro), non nasconde l'emozione e l'entusiasmo per questo evento.

"Tutto è nato da una richiesta di Massimiliano Bacchi per ricordare suo padre, Alberto, che è stato mio parrucchiere storico, morto per la Sla - racconta Alice spiegando come è nata la data forlivese -. Il primo motivo, dunque, è raccogliere fondi contro questa malattia. Per me non è la prima volta, già due anni fa assieme a Franco Battiato e tanti altri partecipai ad un evento simile a Roma, organizzato dalla moglie di Mino Manfredi con lo stesso scopo. A Forlì si è aggiunto anche il contributo importante dello Ior, allargando ulteriormente il progetto e rendendolo ancora più importante. In una situazione come quella in cui ci troviamo avere la conferma che c'è ancora uno spirito umano come quello che sta alla base di questo evento, è una bella notizia".

Che effetto ti fa tornare a Forlì? Come vede la nostra città?

 
Forlì è una città che non ha mai brillato di luce propria ma è sempre stata un po' al traino delle città vicine; e una città senza iniziative proprie non è una città completa. Forse anche a livello istituzionale non c'è stata la volontà di alimentare la cultura, l'arte e la musica. Da qualche tempo, però, le cose hanno cominciato a cambiare, grazie all'impulso dell'Università e del museo San Domenico, che organizza mostre molto belle e fa conoscere Forlì e i suoi dintorni nel mondo non solo per aver dato i natali a Benito Mussolini.

In queste settimane è stato pubblicato il tuo nuovo album, Samsara, un titolo che sembra riassumere una filosofia di vita.

 
Samsara è un termine sanscrito che sta a indicare tutti i passaggi della vita nel suo ciclo continuo di nascita, morte e rinascita. Questo progetto è fatto di tanti brani anche molto diversi tra loro, che sono come dei quadri di vita essenzializzati nel titolo 'Samsara'. Un disco pop con canzoni di vari compositori, due brani che ho scritto io, alcune cover tra cui "Il cielo" di Lucio Dalla, che è nata prima che purtroppo Lucio se ne andasse. Un disco eterogeneo che parla di vita, della nostra vita.

Samsara un bellissimo viaggio musicale che Forlì ascolterà quasi in anteprima. E in cui non mancano pezzi particolarmente 'impegnativi' come "Morire d'amore".

 
Morire d'amore è una canzone ispirata alla vita di Giovanna d'Arco, ad un libretto che ne delinea la biografia con aspetti molto toccanti e di grande profondità che abbiamo cercato di trasmettere con questo testo (scritto da Mino Di Martino) e con la mia interpretazione.

Dunque come sarà il concerto di Forlì?

 
Il concerto sarà basato su Samsara, che non tralascerà brani del passato più recente e più remoto. Un 50% dedicato a questo album e un altro 50% alla mia storia. Una scaletta di venti brani circa, con pezzi che hanno bisogno di un ascolto attento.

Chi ci sarà sul palco assieme a te?

 
Quattro musicisti italiani, tra cui Marco Guarnerio con quale lavoro da tempo, e altri tre musicisti nuovi con cui invece non ho mai lavorato. Abbiamo fatto una scelta oculata, sono artisti molto bravi e che aiuteranno questo progetto al meglio.

Molti forlivesi si chiedono: ma Alice dove abita?

 
Ho passato almeno dieci anni della mia vita più all'estero che in Italia. Vivo stabilmente in Friuli Venezia Giulia. Diciamo che sono passata dal "Forum Livi" al "Forum Juli". Ormai sono stata adottata dai friulani, anche se rimango forlivese e lo sarò fino alla fine.

Quali contatti hai ancora con la nostra città?

 
Ho alcuni amiche a Forlì che sono sempre nel mio cuore, in particolare quelle con le quali ho condiviso le elementari, le medie, le superiori. Sono tutti presenti e integri nei miei ricordi, fanno parte della mia storia personale. Per me tornare a Forlì sarà l'occasione per ricordare tutti loro e per rivivere in qualche modo tutto ciò che questa città è stata per me. Al momento difficile, però, un ritorno in pianta stabile a Forlì, anche se nella vita nulla è impossibile.

Cosa ne pensi della scelta del tuo amico e collega Franco Battiato di impegnarsi nella nuova amministrazione della Regione Sicilia?

 
Sono contenta della scelta fatta da Franco Battiato perché potrà dare una qualità e una serietà assolutamente unica. Gli faccio tantissimi auguri. E' necessario che ci siano segnali di forte cambiamento come questi perché non se ne può più.

Cosa risponderesti se qualcuno ti chiedesse qualcosa di simile?
 
Se fosse qualcosa per gli altri, anche io non escluderei di mettermi al servizio; ma al servizio, sia chiaro, per quello che sono in grado di poter fare. Lo spirito dovrebbe essere questo, non quello ispirato prima di tutto al tornaconto personale. Vediamo che spesso siamo circondati da ben altro. Lo farei anche perché le giovani generazioni devono cominciare a credere in qualcosa. A cosa possono credere se continuiamo ad essere circondati dal vuoto?

domenica 4 novembre 2012

Alice vincitrice del Premio Letterario "Bruno Cavallini " 2012

Un appuntamento culturale d’eccezione la consegna dell’edizione 2012 del Premio letterario “Bruno Cavallini”, che si è svolta sabato 3 novembre presso il  Convento di San Francesco a Pordenone.
Il riconoscimento, istituito da Vittorio Sgarbi, quest'anno è stato consegnato a ALICE e a Maurizio De Giovanni. 

Accompagnata alla chitarra da Marco Guarnerio, Alice ha cantat
"Anin a gris", "La recessione" e "Per Elisa".
In passato, il premio è stato assegnato, tra gli altri, anche a Lucio Dalla, Marco Alemanno e a Roberto Vecchioni. Premio Bruno Cavallini
(Antonio Ros Photo)








venerdì 2 novembre 2012

“Samsara” sul lago di Como, 14 dicembre 2012

Il 14 dicembre al Sociale di Como Alice presenterà il suo album di inediti uscito dopo un’attesa di 14 anni, intervista di Maurizio Pratelli, Corriere di Como.it

Dopo i grandi appuntamenti pop della scorsa stagione, James Taylor e Vinicio Capossela su tutti, il Teatro Sociale di Como riparte dalle nuove canzoni di Alice. Il 14 dicembre, sul palco di piazza Verdi, l’artista forlivese presenterà infatti Samsara, l’album di inediti uscito in queste settimane dopo un’attesa di 14 anni.
A raccontarcelo è la stessa Alice, che per la prima volta si presenterà dal vivo ai suoi fans lariani: «Dopo tanti progetti – dice la cantante – ho sentito l’esigenza di lavorare a un disco di nuovi brani e ho iniziato cercando collaborazioni che mi permettessero di sviluppare le idee che avevo in mente».
Ne è nato un disco ricco d’amore.  
«Diciamo che lo analizza da varie prospettive e quindi non necessariamente solo da quella della coppia. L’essenza di Samsara è l’esistenza, è il ciclo della vita con i suoi percorsi, i suoi continui rinnovamenti, le sue ripetizioni».
Con che equilibrio ha scelto pezzi suoi e quelli di altri?  
«È stato un lavoro molto naturale, dettato dal tempo e senza le pressioni di una casa discografica, visto che ho fatto tutto da sola registrando poi le canzoni tra Milano, Londra e altri studi».
La collaborazione con Tiziano Ferro com’è nata?  
«Semplicemente contattandolo e proponendogli di scrivere una canzone per il mio album. Ha risposto di sì ed abbiamo subito capito che tra noi c’era reciproca stima. Alla fine me ne ha regalate due: Nata ieri e Cambio Casa».
Battiato, invece, è tornato a scrivere per lei dopo 30 anni, non accadeva da “Chanson Egocentrique”.  
«È vero, era il 1982. Mi ha fatto un altro bellissimo dono. Ha scritto quello che gli avevo chiesto, una canzone con tutto il suo stile e il suo carattere. Eri con me è proprio ciò che mi aspettavo da lui».
E non poteva mancare Mino di Martino.
«È un amico e un grande artista capace di cogliere con la sua sensibilità gli aspetti essenziali della vita. Grazie a lui ho potuto cantare i versi di Pasolini, Verlaine e Rimbaud».
Detto questo, fare un disco oggi sembra quasi un’illogica follia.  
«È vero, ma la musica non può fermarsi. E bisogna sapersi svincolare da un sistema legato solo a logiche commerciali. Bisogna ritrovare la voglia di appassionarsi, ritrovare il gusto per ciò in cui si crede, a prescindere dai ritorni economici. Le nuove generazioni stanno soffrendo questo inaridimento culturale che stiamo vivendo».
Allora ben venga la sua lezione di voce e canto. 
 «Lo dice lei e la ringrazio. Ma io penso solo che in questi anni ho avuto l’opportunità di esplorare altri territori e di mettermi spesso in discussione cercando di comprendere gli altri oltre le mie personali visioni».
Ama mutare? 
«Mi annoio, quindi devo sperimentare, cercare nuovi orizzonti. La vita mi ha aperto nuove prospettive e il mio desiderio di confrontarmi mi ha aiutato a crescere».
Che Alice ci dobbiamo aspettare a Como, quindi?  
«Lo scoprirete presto, anche se in questo senso Samsara, visto che il concerto si basa su questo disco, ha già svelato molte cose. Poi, certo, non mancheranno collegamenti con il passato».
Tornerà a Sanremo? 
«Ma perché (ride ndr) mi fate tutti questa domanda?»
Perché Alice è una che il festival l’ha vinto. Ricorda? 
 «Certo, ma ora sto pensando solo a promuovere il nuovo disco con questo tour».

Per assistere al concerto occorre affrettarsi: i posti per platea e palchi in vendita a 25 euro più 2,50 euro di prevendita sono solo 15 e per la IV galleria parapetto (15 euro + 1,50 di diritti di prevendita) sono solo 8. Informazioni e prenotazioni su  Teatro Sociale Como

giovedì 1 novembre 2012

Alice e il flusso perenne della vita, recensione "Arte e Arti"


Da sempre la limitata quantità di qualcosa ne aumenta il valore, come distillate parole di un eremita che vive nel silenzio le nuove canzoni di Alice giungono come un dono nella nostra vita ad arricchirne lo scorrere quotidiano.
Dopo quattordici anni Alice torna a pubblicare un album di inediti, era da Exit (1998) che non accadeva, anche se in questi anni ci ha regalato incisioni dal vivo con Lungo la strada (2009), una sua personale rivisitazione del patrimonio musicale nazionale con Viaggio in Italia (2003), una raccolta del suo repertorio con nuovi arrangiamenti per "Personal Juke-Box" (2000) e un’intima ricerca del sacro come God is my dj (1999).
Tutti progetti contraddistinti da un rigore etico che rende Alice qualcosa di più di una semplice cantante. Il nuovo album si intitola Samsara, antica parola che in sanscrito definisce il flusso inarrestabile della vita, il suo scorrere con i suoi cicli di nascita, morte e rinascita, proprio di tutte le cose e spesso così difficile da accettare per la pochezza dell’essere umano.
Tredici tracce, tra cui un omaggio a Lucio Dalla con la cover Il cielo e un ricordo dell’amica Giuni Russo con ‘A cchiù bella [musica di Giuni su testo di Antonio De Curtis in arte Totò] già presente live nel disco precedente, resa in una forma più raffinata dal controllo totale che la registrazione in studio consente rispetto all’esecuzione dal vivo.
Tutti gli altri brani sono inediti, anche molto diversi tra loro. In alcuni a volte si percepisce l’impronta degli autori, è il caso delle due tracce scritte da Tiziano Ferro, Nata ieri e Cambio casa, che pur interessanti per la bellezza dei testi hanno un ritmo più sostenuto a cui manca l’atmosfera ipnotica, quasi incline all’introspezione meditativa rintracciabile nei brani scritti direttamente da Alice come Orientamento e Sui giardini del mondo.
Eri con me, musica di Franco Battiato e testo di Manlio Sgalambro, ripresa anche per il nuovo disco appena pubblicato dal cantante siciliano Apriti sesamo, è permeata da un senso dell’ineluttabile che difficilmente lascia indifferenti. Nonostante quella che potrebbe apparire come una critica, ma è solo una personale constatazione del tutto legata al mio gusto personale, Samsara è uno scrigno prezioso, un filo discreto di tredici perle che rapiscono i sensi e la coscienza fin dal primo ascolto.
Non credo di aver “tardato”, ho soltanto atteso quanto serviva a mettere insieme le canzoni giuste.” scrive Alice nella presentazione all’interno del disco. Affermazione che aumenta la stima per un artista che si è sempre sottratta alle pressanti logiche del mercato, ma non sana il desiderio di nuovi brani arricchiti dalla sua sensibilità, la stessa che ha saputo produrre nel tempo tesori come Dammi la mano Amore, Non ero mai sola e L’apparenza o ancora Exit e Dimmi di sì.
Samsara risarcisce parzialmente dell’attesa non perché sia minimamente inferiore alla qualità a cui Alice ci ha abituati da sempre, notevoli sono anche Come il mare e Autunno già che Terra Di Benedetto e Mino Di Martino [quest’ultimo partecipa anche con un contributo vocale a Come il mare] hanno liberamente tratto dai versi di Arthur Rimbaud e Paul Verlaine, ma solo perché questi anni sono stati lunghi e come l’affamato che torna a nutrirsi dopo una prolungata astinenza non si può essere sazi già al primo assaggio.
Assaporiamo allora questo nuovo dono auspicando di non dover attendere troppo la prossima creatura sonora.
Bentornata Alice, ci sei mancata tanto pur essendo sempre con noi.
Arte e Arti , recensione di Andrea Mancaniello

domenica 28 ottobre 2012

"Samsara", recensione da "L'isola che non c'era"

Colgo un lampo di luce negli occhi di Antonin Artaud” (Morire d’amore). Il nuovo disco di Alice comincia con una frase folgorante e quantomeno insolita per un disco pop. E immediatamente siamo catapultati nel mondo in bianco e nero della Giovanna D’Arco di Dreyer, nei suoi primi piani che tolgono il fiato, nei suoi dialoghi muti eppure di un’eloquenza disarmante. C’è il dolore, la fotogenia, la poetica espressionista, la spiritualità, l’abbandono, la fede e – soprattutto – l’amore che porta all’estremo dono di sé, di chiaro riferimento cristologico.
Il personaggio di Giovanna D’Arco è tra i più frequentati dagli artisti di ogni tipo, interpretata e rivisitata da secoli, e anche i cantautori nostrani si sono spesso ispirati alla sua figura.  Mino Di Martino, autore di questo brano, ne fa il tema di una canzone in cui porta all’estremo la sua tendenza alla prosasticità. Le strofe sono scarne e prive di rime, le parole semplici e quotidiane. Un’antiretorica che spoglia il testo di ogni orpello e risemantizza le parole ridando loro il giusto peso, per cui non suona ritrita neanche la dostoevskiana sentenza “la bellezza salverà il mondo”, che sintetizza il tema della canzone.
Di Martino firma anche altri brani, tra cui spiccano Come il mare e Autunno già, tratte da poesie di Rimbaud e Verlaine, confermando la sua capacità di adattare i grandi poeti alla canzone, cosa che aveva già fatto per precedenti dischi di Alice. Un’altra presenza d’autore è quella del tandem Battiato-Sgalambro: Eri con me è un bel brano nel loro stile, qui in vena particolarmente apocalittica. Le canzoni composte dalla stessa Alice sono poche ma lasciano il segno, pur senza discostarsi dalla sua poetica abituale. Ad esempio Orientamento è un invito alla consapevolezza e alla crescita interiore sotto una raffinata veste pop.
Una volta abituato il palato a certi prelibati sapori d’autore, possono apparire un po’ sciape le due canzoni di Tiziano Ferro dai testi più calibrati su un vissuto, certo non nuovo, di amore tormentato. Tuttavia hanno un bel piglio energico e ci sembra che in un disco così, che se ha un difetto è da ricercare nell’estrema eterogeneità dei brani, anch’essi diano il loro contributo verso un equilibrio tra pop, canzone d’autore, elettronica, suoni acustici, riferimenti spirituali, dolori sentimentali che questo lavoro racchiude. Inoltre, cosa di non poco conto, valorizzano la voce dell’interprete che è da sempre, sin dai suoi primi successi, a suo agio con le ritmiche e i temi del pop elettronico di autori intelligenti e innovativi (Battiato in passato, Ferro oggi, senza voler istituire nessun improbabile paragone tra i due). In Nata ieri e Cambio casa Alice sembra esprimere un gusto per il canto che ci ricorda i suoi esordi, così come nei due “omaggi” presenti nel disco, i gioiellini di Giuni Russo (‘A cchiù bella) e Lucio Dalla (Il cielo).
In generale in tutto il disco alterna dolcezza e asprezza con una voce sempre piena e penetrante. Impareggiabile ed emozionante sulle note gravi, sa ergersi con potenza e precisione su quelle più alte, rendendo credibile tanto la levità di Al mattino come la sottile ma devastante sofferenza di Autunno già, in cui assume toni persino terrificanti nell’inciso, amplificando e dando letteralmente voce al dolore esistenziale del poeta.
Con questo disco Alice conferma di avere uno stile originale, un tratto che la definisce, una capacità di essere moderna e classica e di sapere comporre o scegliere le canzoni con una grande autonomia dal mainstream commerciale pur risultando in certi brani orecchiabile e, perché no, “radiofonica”. Merito va senza dubbio anche alla produzione di Steve Jansen, Marco Guarnerio, Alberto Tafuri (che la accompagnano anche dal vivo) e soprattutto al gusto di Francesco Messina (basta confrontare la sua versione di Cambio casa con quella pur piacevole di Michele Canova per capire). 
Recensione di Alessia Cassani L’isola che non c’era

venerdì 12 ottobre 2012

"Ripercorrendo le vie dei canti"

Alice - "Samsara", recensione di Antonello Saeli


Non è mai facile mantenere il precario equilibrio dell’oggettività, quando ci si trova a commentare il lavoro di un’artista che occupa un posto speciale, intimo e segreto, all’interno del nostro cuore. 
Un’artista, le cui sperimentazioni musicali e liriche hanno profondamente lasciato il segno nell’anima. 

Non è mai facile avvicinarsi ad un nuovo lavoro di Alice, soprattutto quando ci si accorge che sono trascorsi quasi tre lustri dalla precedente raccolta di materiale inedito, e si è vissuta l’attesa con lo sguardo teso all’orizzonte, gli occhi accecati dai bagliori, la mano a coprirti gli occhi umidi e colmi di palpitante aspettativa.
Sarebbe un errore, però, lasciarsi trasportare ciecamente dal vortice emotivo del sentimentalismo, o farsi facile preda degli insidiosi paragoni con l’imponente mole di certi suoi lavori precedenti, perché questo nuovo disco respira già dal suo affascinante titolo arie di rinnovamento, muovendosi a passo leggero lungo il ciclico percorso di ogni esistenza umana.

C’è, in “Samsara”, l’apparente contrasto del profondo e del lieve, l’abbraccio mai banale tra la coscienza esistenziale dello sguardo rivolto all’intimo soffrire dell’anima, e il più leggero soffio sulla superficie delle cose. E questo rotondo vagare tra ogni inizio indistinto e la sua ignota conclusione, quelle “due eternità” già così magistralmente dipinte in “Tempo senza Tempo”, trova tangibile prova nella ponderata scelta di aprire il lavoro con una morte (“Morire d’Amore”) e nel chiuderlo idealmente con una rinascita (“Al Mattino”). 

Lungo tutto il percorso tra questi due estremi, una sequenza di brani che offre l’interessante spettacolo del gioco della luce e delle schegge di colore, all’interno di un immaginifico caleidoscopio di cartone. Certo, alcune schegge brillano più di altre, ma il firmamento ci annienta da sempre con la bellezza delle sue “luci lontane”, non importa quanto grandi o luminescenti. Ogni stella ha motivo di esistere, così come ogni pezzo di questo intrigante mosaico ha una sua ragion d’essere, forse in un’ottica più ampia e distante dalle piccole cose terrene, e di certo all’interno del percorso artistico di Alice.

Le collaborazioni più riuscite, quelle che lasciano trasparire la reale profondità del sentimento di appartenenza al mondo dell’altro, sono quelle che viaggiano lungo i binari conosciuti del condiviso, di un passato glorioso ma sempre attuale, di una ricerca spirituale e personale che innalza la forma canzone verso i sacri lidi della preghiera. 

Non c’è dubbio che l’artista senta un trasporto emotivo davvero unico, nell’interpretare ciò che l’estro creativo di Di Martino e Battiato ha da offrire, all’attento orecchio di chi sa ascoltare.

Come il Mare”, uno tra i pezzi in assoluto più riusciti dell’intero disco, un brano che sembra naturale estensione di certe raffinate sonorità liriche che transitavano lungo le più sperimentali vette di “Charade”, o dell’ambiziosa proposta di “Devogue”, è non solo centro fisico dell’universo di “Samsara”, ma anche punto di fuga verso nuove sperimentazioni vocali e musicali. Poetico e straziante, si dispiega col suo andamento magico, fra tessuti sonori percussivi e giochi a due voci, in un crescendo di grande rigore stilistico ed estetico.

In “Un Mondo a Parte”, che richiama da vicino certe magistrali, rarefatte atmosfere dell’eterno Tenco, soprattutto in quegli sparsi versi iniziali, la necessità di dare voce all’intimo legame d’amore, si tramuta in elegia e in accorata invocazione alla sacralità del condividere quotidiano del sentimento. 
Il mistero della semplicità del gesto d’amore conquista così uno spazio esclusivo e perfetto, agognato ma spesso troppo raramente raggiunto. Il tuffo in fondo al pozzo del verso finale ci riporta d’un tratto alla Alice degli esordi, con la sua voce intrisa di romantiche, infantili certezze. Uno dei tanti richiami al passato, di cui questo disco è spesso costellato.

Ancora una volta Battiato si fa tramite di mistiche elucubrazioni, grazie alla misteriosa, strana bellezza di “Eri con Me”, eloquente ode al potere del fato e alle oscure vie che governano i rapporti umani. In una breve danza fatta di presenze e assenze, di continui rimandi a concetti così cari agli studiosi di culture orientali, l’autore siciliano confeziona un gioiello di intensità emotiva che sembra sfuggire leggero dalle gonne vorticanti di un derviscio, o prendere vita dalle pagine segrete degli incontri straordinari di Gurdjieff.

Sul fronte dell’avrebbe potuto essere ma non è, “Cambio Casa”, un poco convincente intermezzo ritmico che sembra passare lì per caso, suona un po’ come il maldestro tentativo di ripercorrere l’avanguardia sperimentale di “Cosa Succederà Alla Ragazza”, ma in assenza del genio creativo del duo Battisti-Panella. La collaborazione con Ferro, anche nella non esaltante “Nata Ieri”, appare purtroppo come un tentativo riuscito solo a metà, un incontro un po’ troppo stridente tra elementi di generazioni lontane.

Anche l’approccio molto diretto, asciutto e lineare, con cui Alice si avvicina agli autori delle tre cover contenute nel disco, non risulta purtroppo sempre vincente. Se da un lato la versione studio di “’A cchiù bella”, già proposta in precedenza all’interno del live “Lungo la Strada” del 2009, tocca le corde giuste e commuove nel suo personale omaggio a Giuni Russo, non si può dire altrettanto dello scarno arrangiamento con cui viene proposta “Al Mattino”, una canzone che sembra non riuscire a trovare del tutto una giusta dimensione all’interno dell’album. L’eterea “Il Cielo”, divenuta postumo omaggio a Dalla, si libra su ali impalpabili, planando leggera come aliante, sfiorando le nubi al suo passare, in un ideale abbraccio con la “Lindbergh” di “Viaggio in Italia”.

Orientamento” e “Sui Giardini del Mondo” mostrano due aspetti molto diversi delle indubbie abilità compositive di Alice che nel primo brano propone, sulla base di un testo intimista, una linea melodica essenziale, un ritornello accattivante ed una generale sensazione di apertura ad un certo ‘pop’ di più facile presa, tornando a paesaggi più corposi ed impegnativi sul secondo, i cui giochi di controcanto aprono prospettive interessanti e degne di ulteriore sperimentazione.

Per tornare alla collaborazione più convincente dell’intero lavoro, quella con Mino Di Martino, “Autunno già” e “Morire d’Amore” raggiungono entrambi vette di alto lirismo, spinti da tessuti d’archi di forte impatto emotivo e da performance vocali profondamente sentite e comunicative. Ancora una volta Alice appare perfettamente a proprio agio nel navigare le acque tempestose dell’emozione, se sostenuta dalla poesia dei testi e dalla profondità delle armonie.




Antonello Saeli nasce a Palermo, nel 1963. Nel 1987 consegue la laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne, con una tesi sperimentale su Lindsay Kemp e Kate Bush, conseguendo una votazione finale di 110/110 e lode. Sempre nel 1987 intervista a Roma il regista della Lindsay Kemp Company, David Haughton, che ha recitato anche in 'Good morning, Babilonia' dei fratelli Taviani. Nel 1989 parte della tesi di laurea, inclusa l’intervista, viene pubblicata sulla rivista quadrimestrale di cultura 'Acquario', curata dai responsabili del Premio Mondello, rassegna internazionale di cultura contemporanea. Dal 1992 è insegnante di lingua straniera inglese. 
Nel Dicembre 2004 viene pubblicata, per i tipi di Libroitaliano, la raccolta di poesie 'Nuvole passeggere', inserita nella collana 'Poeti italiani contemporanei'. Nel Dicembre 2007 viene pubblicata, per le Edizioni del Girasole, la sua prima raccolta di racconti 'Frutti della passione'. Nel mese di Novembre 2009 partecipa al progetto 'Caro micio ti scrivo...', antologia foto-epistolare curata dall’Associazione Gatti Bizantini, e pubblicata dalle Edizioni del Girasole. 
Nel 2012, pubblica la nuova splendida antologia di racconti “L’uomo che dimenticò di morire” , impreziosita dalla front-cover appositamente realizzata da John Carder Bush (fratello di Kate Bush), "che ha dato un enorme contributo umano ed artistico al progetto".




Ibs
Amazon
Sito Web: Labyrinths of Words
Facebook Page

"Orientamento", il nuovo singolo da "Samsara"

Il grande ritorno di Alice con un album di inediti continua con successo: l’album “Samsara”, uscito lo scorso 18 settembre è subito entrato al 10° posto della classifica di vendita degli album, restando fino ad oggi saldo nelle posizioni alte della classifica. Dopo l’esordio del primo singolo “Nata ieri” firmato da Tiziano Ferro, arriva “Orientamento” uno dei due brani da lei scritti e che fanno parte dell’album prodotto da Steve Jansen, Francesco Messina e Marco Guarnerio, pubblicato da Arecibo e distribuito a Artist First e Believe Digital. Comunicato ufficiale International Music

giovedì 11 ottobre 2012

Intervista su "Blow Up" e aggiornamenti date "Samsara Tour"

Nell'ultimo numero della rivista Blow Up , è possibile leggere la recensione di Samsara e l'intervista a Alice

Ecco le date attualmente confermate del "Samsara Tour": tutti i dettagli nella pagina di Alice e dintorni - LIVE DATES 

29 novembre 2012     Correggio (RE), Teatro Asioli
30 novembre 2012     Forlì, Teatro D.Fabbri
8 dicembre 2012        Rimini, Teatro Novelli
9 dicembre 2012        Rovereto (TN), Auditorium Melotti
10 dicembre 2012      Verona, Teatro Ristori
11 dicembre 2012      Milano, Teatro Dal Verme
13 dicembre 2012      Firenze, Teatro Puccini
14 dicembre 2012      Como, Teatro Sociale
11 gennaio 2013        Sant’Agata Bolognese, Teatro Bibiena
12 gennaio 2013        Padova, Gran Teatro Geox
24 gennaio 2012        Roma, Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica
26 gennaio 2013        Pescara, Teatro Massimo
1 febbraio 2013         Torino, Teatro Colosseo

2 febbraio 2013         Bologna, Auditorium Teatro Manzoni
9 febbraio 2013         Asti, Teatro Alfieri
10 febbraio 2013       Livorno, Teatro Goldoni  


martedì 2 ottobre 2012

Alice alla Fnac di Torino, Milano e Firenze

Il 26 settembre Alice, dopo l'intervista a Radio Grp, ha incontrato i suoi ammiratori alla Fnac di Torino, presentando il nuovo album "Samsara" accompagnata da Mino Di Martino e intervistata da Massimo Milano.
Dopo la proiezione dell'album trailer, Alice ha parlato di com'è nato il disco, delle varie collaborazioni e della voglia di essere, in questo momento, più interprete che autrice.

Mino Di Martino ha descritto come sono nate alcune canzoni contenute in "Samsara", in particolare "Morire d'amore" e "Come il mare": la prima, iniziata a scrivere diversi anni fà  e  ispirata dalla lettura di "Giovanna d'Arco" di Jules Michelet, la seconda scritta con Terra Di Benedetto, ispirata da una piece teatrale con dialogo a due voci su testi di Rimbaud e Verlaine.
Alice ha poi parlato del prossimo tour teatrale che partirà ufficialmente da Forlì il 30 novembre e si potrarrà in Italia sino a metà febbraio 2013, mentre il tour europeo è previsto a partire da settembre 2013.
Al momento non sono ancora noti i musicisti che l'accompagneranno sul palco: non ci saranno comunque nè Steve Jansen ( già impegnato in un altro tour), nè Alberto Tafuri ( impegnato a X-Factor).
Ha inoltre evidenziato l'importanza della prima data del tour a Forlì, in quanto tutto il ricavato del concerto andrà a favore dello Ior - Istituto Oncologico Romagnolo, e di Asla, associazione che segue le famiglie dei malati di SLA.
Tra le domande del pubblico, le è stato chiesto se parteciperebbe ancora a Sanremo, la risposta: "In questo momento non è una mia priorità avendo appena pubblicato un nuovo disco, ma, mai dire mai".
Dopo avere autografato i cd e fatto le foto di rito con i fans, Alice ha festeggiato il suo compleanno, trasmettendo a tutti la sua grande gioia e intonando simpaticamente con i presenti "tanti auguri a me"!
Un bel brindisi per lei (nella foto sotto con Claudio Ferrante, Amministratore Delegato di Artist First) e anche per festeggiare gli ottimi risultati che sta ottenendo il nuovo disco in termini di successo e di vendite.


                              (foto di Davide)
  
 Il 27 settembre Alice ha poi presentato "Samsara" alla Fnac di Milano, intervistata da Enzo Gentile.

 (foto di Davide)

 Ecco alcuni frammenti dell'intervista, grazie a Roby per le riprese.


Il 29 settembre, infine, Alice ha chiuso il suo tour promozionale del nuovo album alla Fnac di Firenze, presso l'affollato centro commerciale "I Gigli".

Introdotta dal giornalista Fausto Pirito che, dopo una breve presentazione, ha preferito lasciare più spazio alle domande dei fans, Alice ha parlato di alcuni brani del disco e di alcune tappe fondamentali della sua carriera, tra cui l'incisione dell'album "God Is My Dj", collegandosi ai ricordi indelebili degli incontri con il Dalai Lama (incontro organizzato proprio da Fausto Pirito e a cui Alice partecipò, tra gli altri, proprio insieme con Lucio Dalla), e con Papa Woityla durante il concerto in piazza S.Pietro nel 2004.
Parlando poi del prossimo tour, ha anticipato che ci sarà una "data-zero" a Correggio (RE) il 29 novembre prossimo.
Alice, rispondendo a una domanda circa l'approccio musicale e gli arrangiamenti adottati nel disco, ha specificato che la maggior parte delle canzoni sono nate semplicemente con l'accompagnamento della chitarra, mentre solitamente la composizione musicale dei suoi brani è sempre partita dall'utilizzo del pianoforte o della tastiera. Da qui un tappeto musicale più diretto, per testi importanti, profondi nella loro semplicità espressiva.
"Al mattino" de I Califfi, invece, le è stata suggerita da Francesco Messina ed è stata realizzata solo voce e  chitarra, privandola dell'inciso originale, per dare maggior risalto alle strofe che con parole semplici descrivono l'inizio di un nuovo giorno.Un brano che ben s'inserisce alla fine del disco, nel senso di una rinascita che apre un nuovo ciclo, non solo di vita, ma forse anche, nel caso di Alice, di rinnovati entusiasmi nella musica, grazie alla musica stessa.

giovedì 27 settembre 2012

Alice a Torino, intervista a Radio GRP


































GRAZIE per l'ospitalità e per la cordialità di ieri a tutto lo staff di Radio GRP !


Alice: "Le mie nuove canzoni leggere e profonde"

Il fascino inalterato della cantante forlivese che oggi ha 58 anni. Alice: «Samsara non è disco per tutte le radio, lo promuovo in tour».E il 10 dicembre sarà al Teatro Ristori di Verona. di Beppe Montresor, L’Arena.it


Zoom Foto
(foto Brenzoni)
 
FNAC VERONA.Le fanno pubblicamente gli auguri, perché ha appena compiuto 58 anni, e nel suo caso ricordarne l'età non pare sgarbato piuttosto un ulteriore segno di ammirazione, perché davvero Alice non ha perso un briciolo del fascino che aveva nel 1981, quando conquistò gli italiani a Sanremo vincendo il Festival con Per Elisa.
Al Forum Fnac, bellissima e di bianco vestita, ha presentato il suo nuovo album Samsara dialogando con sorridente grazia con Enrico de Angelis, che ne ha innanzitutto sottolineato la perdurante, straordinaria vocalità; le permette, ad esempio nel brano d'apertura del disco, Morire d'amore (uno dei quattro pezzi firmati da Mino De Martino, uno degli indimenticabili Giganti) di passare con totale disinvoltura da registri gravi ad acuti. «La natura è stata generosa con me», ammette Alice, «ma devo sempre ringraziare un'insegnante che, da adolescente, mi aiutò a ricostruire la mia voce dopoché, a dodici anni in seguito a un incidente, avevo avuto grandi problemi».
Vocazione naturale, insomma, ma anche impegno e dedizione, i due poli che sembrano caratterizzare un po' tutto l'approccio artistico dell'interprete/autrice forlivese. «Samsara è un progetto che ha richiesto tempo. Del resto, non avendo pressioni da parte di case discografiche mi sono presa tutto lo spazio necessario nella ricerca dei collaboratori. Cercavo canzoni che riflettessero sentimento, leggerezza e contemporaneamente profondità».
Ed effettivamente Samsara (termine sanscrito che indica la ruota della vita, in sostanza lo scorrere del tempo con i suoi cicli di gioia e dolore) è un album - come sottolineava de Angelis - di taglio eterogeneo, perché diverse sono le firme. Spiccano i quattro brani di De Martino («un musicista molto colto, lo ammiro da quando, ragazzina, andavo a lezione di canto dalla madre di Checco, suo collega nei Giganti», ha detto Alice), le due canzoni di Tiziano Ferro («ha un talento straordinario nel combinare melodia italiana e senso del ritmo»), Il cielo di Lucio Dalla. E poi c'è il grande ritorno di Battiato, che con l'inseparabile Sgalambro è autore della mistica Eri con me, pezzo di alta suggestione. «Mi piace come scrive, e naturalmente tra noi c'è un'antica amicizia, anche se in verità con Franco abbiamo lavorato insieme solo in due album. Però io ho sempre cantato cose sue».
Anche Samsara - chiede de Angelis - sarà un disco difficile da promuvere? «Certamente la mia musica non si adatta al target di molte stazioni radiofoniche o di trasmissioni tipo Amici. Credo che il modo migliore per divulgarla sia sempre il concerto». A fine novembre partirà il tour di Alice, che sarà il 10 dicembre a Verona al Ristori. Biglietti in vendita dalla prossima settimana.

Alice, "Io, in fuga dentro me stessa"

IL PERSONAGGIO - ALICE  di Carlo Moretti, Repubblica

Odia la ribalta, non concede interviste, ama il silenzio e la meditazione A noi racconta la sua storia e parla del libro che l'ha salvata dal "tritacarne" del successo.


Nei pochi anni in cui Alice si chiamava ancora Carla Bissi, aveva la stessa identica passione per il canto che ha oggi. Anzi, all'epoca era qualcosa in più di una passione: cantare per lei era "un impulso irresistibile".

La prima volta che si manifestò, aveva soltanto 15 mesi, le venne d'impeto mentre si trovava in una chiesa di Forlì, sorretta dalla madre sulla balaustra per vedere meglio il presepio: "Affascinata da quella scena, cominciai di botto a cantare le canzoni natalizie che mi aveva insegnato mia mamma", racconta Alice.

 "La messa era finita, le persone stavano uscendo dalla chiesa ma tornarono tutte indietro per venirmi ad ascoltare. E vedendo questa bimba che cantava, quasi non ci credevano, cominciarono a chiedermi altre canzoni, ma io conoscevo soltanto quelle".

Una precocità sorprendente, e se glielo si fa notare Alice snocciola le date: "A 15 mesi già parlavo e cantavo, sono nata il 26 settembre, il primo Natale certo non potevo ma il secondo ero in piedi su quella balaustra: ne conservo un ricordo vivissimo".

Precoce e con la determinazione di chi sa di poter trasformare un sogno in realtà. Da bimba insistette talmente tanto per conoscere il mago Zurlì, l'uomo con il mantello e la polverina azzurra nei capelli che in tv faceva cantare i bambini, che i suoi la iscrissero al concorso e la portarono a sette anni al Festival dei ragazzi a San Marino: ovviamente vinse lei e il maestro Bocca, l'uomo che curava le selezioni e
dirigeva l'orchestra, disse ai suoi genitori che aveva un talento straordinario consigliandoli di farle studiare canto e pianoforte.

I genitori seguirono il consiglio, raddoppiando le spese per il pianoforte che già seguiva la sorella maggiore di Carla. Furono anni di sacrifici per i Bissi: il papà aveva lasciato la big band in cui cantava e suonava la chitarra e il basso per mettere su famiglia, era muratore, la mamma impiegata, ma Carla cantava così bene che ne valeva la pena.

A 11 anni è al Festival Internazionale dei Ragazzi a Sanremo, a 13 anni si fa notare a Fuori la voce a Cesenatico, e prima di compiere i 17 anni è pronta per il Castrocaro organizzato da Gianni Ravera: arriva e vince, Ravera si innamora artisticamente di quella bella ragazza forlivese dai lunghi capelli neri e con la voce profonda, per anni la seguirà da lontano ritrovandosela ogni volta vincitrice, alla Gondola d'argento di Venezia nel 1972, nell'81 a Sanremo quando, forte di una canzone firmata da lei insieme a Franco Battiato e Giusto Pio, Alice prende letteralmente il volo.

Dopo il passaggio al teatro Ariston, Per Elisa ottiene un successo travolgente, quell'anno sembrano non esistere altre canzoni che quella. Ma il brano arriva in classifica in tutta Europa, in Germania e in Francia. Alice diventa una stella di prima grandezza, tutti la vogliono: interviste, televisioni, tour radiofonici.

La bimba della balaustra è cresciuta: ha 27 anni, è bella, è arrivata alla notorietà per gradi, coccolata discograficamente prima dai Pooh, che scrivono per lei le canzoni dei suoi primi due album fir- mati con il nome di Alice Visconti, e poi da Angelo Carrara, produttore dal fiuto per il talento, lo stesso di Franco Battiato.

Anche Il vento caldo dell'estate, l'anno prima, aveva avuto successo, ma quello che succede con Per Elisa cambia tutto, Alice entra in quello che gli addetti alla promozione nelle case discografiche chiamano "il tritacarne", cinque anni almeno "in cui ero sempre con la valigia in mano e non sapevo neanche più dove mi trovassi".

Qualcosa si rompe: "All'apice del successo, quando potevo essere piena di tutto ciò che si può desiderare e avevo raggiunto tutte le mete che ci si può prefiggere nel mio mestiere sentii dentro di me un vuoto esistenziale mostruoso. Chiaro che in una situazione così volgi lo sguardo altrove". La soluzione non era però lontana, Alice racconta di averla portata per tanto tempo nella borsa: "Il libro di Georges Gurdjieff intitolato Incontri con uomini straordinari che mi aveva regalato un mio amico, con la speranza che mi facesse trovare la via giusta. Riceverlo proprio in quel periodo della mia vita è stata la mia fortuna, un insegnamento di cui avevo profondamente bisogno" racconta Alice. "Fu solo l'inizio di un lungo percorso interiore, la spinta a cercare l'altro di cui avevo bisogno dentro di me". Un interesse che Alice condivide con Franco Battiato, "che un giorno si sorprese quando gli feci il nome di Gurdjieff e mi replicò ironico: "Carla, sei l'unica in Italia a non sapere che mi dedico alla meditazione"". Alice ama isolarsi: "Il silenzio è la mia preghiera, la più alta forma di meditazione che esiste, proprio come il canto". La bizzarra parabola della bambina che non riusciva a trattenere la voglia di cantare. Ci sono voluti quattordici anni per mettere insieme un nuovo album di inediti, anche se Alice non ha mai smesso di tenere concerti, di pubblicare album con riletture di musiche di altri o live, e nel 2000 è anche tornata per la terza volta al Festival di Sanremo. Per questo forse l'album che è uscito il 18 settembre scorso, intitolato Samsara (in sanscrito indica il ciclo di vita, morte e rinascita) contiene tante anime e mondi musicali diversi, collaborazioni eccellenti a cominciare da quelle con Tiziano Ferro che ha scritto per lei due canzoni, Nata ieri e Cambio casa, e Franco Battiato, che firma il brano intitolato Eri con me. Cantautrice ma anche interprete sopraffina (splendida la sua rilettura nel disco de Il cielo di Lucio Dalla), Alice a 57 anni mantiene la voglia di sperimentare nuove strade musicali e dopo il tour italiano, a gennaio inizierà quello europeo.

Samsara è un album decisamente vario, sia dal punto di vista musicale sia per i temi che tratta: come lo definirebbe?
"Un microcosmo sonoro, è così che l'ho inteso sin da quando ho cominciato a pensarci più o meno tre anni fa. Ci sono tante emozioni diverse, volevo delle canzoni in cui ci fossero diversi quadri di vita, anime diverse. A lungo nella mia carriera, diciamo a partire dal 1980 e per quasi venti anni, ho puntato a cantare solo canzoni scritte da me o insieme ad altri, ma in questo caso l'aver chiesto ad altri di accompagnarmi nel viaggio significa aver aggiunto ricchezza e umanità all'album, una ricchezza immensa. Tutti noi autori abbiamo delle caratteristiche precise, siamo per forza di cose parziali nelle nostre scoperte, per questo mani diverse e menti differenti possono cogliere aspetti della vita, sfumature di sentimenti che non abbiamo provato o conosciuto direttamente. Parlo sia dell'aspetto compositivo sia di quello produttivo e musicale ".

Sembra quasi che le piaccia più cantare canzoni scritte da altri che le sue.
"È vero, mi piace essere un mezzo che dia vita ad emozioni scritte da altri, in quel momento le vivo anch'io per prima. La scelta delle collaborazioni in questo album, da Tiziano Ferro a Franco Battiato, a Mino Di Martino che firma quattro brani (Morire d'amore, Un mondo a parte, Autunno già e Come il mare) dei dodici di cui l'album si compone, è stata semplice, avverto subito se un brano mi rappresenta. Diciamo che è una scelta che si fa da sé".

Il disco si apre con Morire d'amore, dedicato a Giovanna D'Arco, una figura fortissima dopo tanti secoli.
"Una storia straordinaria e una figura affascinante che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell'umanità. Molti si fermano alla superficie della giovane guerriera che a 19 anni venne mandata al rogo accusata di eresia dimenticando che si tratta della vicenda di una donna che ha sublimato nel suo gesto l'amore per Dio. Mi tocca molto e la trovo una storia esemplare in questi anni in cui siamo proiettati a vivere l'amore come passione e desiderio di ricevere e mai di dare in maniera incondizionata. Un dono presente in ogni essere umano ma offuscato dal desiderio di possesso e potere".

Nel disco c'è anche la cover di Il cielo: un omaggio per la recente scomparsa di Lucio Dalla?
"Purtroppo è diventata un omaggio, l'avevo già scelta due anni e mezzo fa quando avevo appena iniziato a lavorare all'album. È una canzone eterna, una grande melodia piena di poesia, profondità, semplicità, luminosità e tocca chi l'ascolta come una preghiera. È davvero straordinaria ".

Questo album esce a 40 anni esatti dalla sua prima uscita discografica: cos'ha imparato dal suo lungo rapporto con la musica?
"La musica ha segnato passaggi fondamentali nella mia vita, sono stata fortunata a trasformare una passione nella mia professione. Per me la musica non è mai stata finalizzata al successo o al raggiungimento di un traguardo economico, è stata l'aria che respiro, una fonte di vita. Quando dunque nel '98 mi sono accorta che le pressioni degli ordini commerciali avevano trasformato la passione in una professione che rischiava di soffocare il motore emotivo del cantare, allora ho deciso di fondare una mia etichetta per prendere in mano il timone della mia musica ".

Una decisione che a tutti sembrò anticipata dall'ultimo album inciso per una multinazionale, intitolato Exit.
"Per la verità Exit era l'emblema di un grande cambiamento interiore ed esistenziale. Una delle frasi del brano intitolato come l'album dice: "L'unica via d'uscita è dentro". È l'apertura che volge lo sguardo all'interno. Però si è trattato di un cambiamento che ha coinvolto tutti gli aspetti della mia vita, del resto se si desidera di cambiare non lo si può fare temendo il cambiamento".

martedì 25 settembre 2012

Alice presenta "Samsara" a Torino, 26 settembre 2012

Ospite a Radio GrP (ascoltabile in streaming) alle ore 16.40 e alla a Fnac Torino Centro ore 18.00



ALICE
Samsara

Il nuovo album di inediti di Alice arriva a quattordici anni dal precedente “Exit” (1998), titolo che, riletto a posteriori, sembrava quasi anticipare il suo desiderio di uscire di scena dal mondo della discografia ufficiale. A quel disco erano infatti seguiti anni di progetti live e discografici dedicati spesso a riletture di canzoni e materiali sonori altrui, fino ad arrivare, oggi, alla decisione di tornare nuovamente ad incidere del repertorio nuovo e originale. Così, SAMSARA nasce come un disco che trova la sua forma nell’ispirazione e accuratezza con cui si è definito nel corso del tempo, canzone dopo canzone, collaborazione dopo collaborazione.
E’ un album che schiera un team di lavoro straordinario, composto di eccellenze famose e sorprendenti, in grado di offrire a queste canzoni tutta la bellezza e la grazia che meritano, facendole al tempo stesso suonare come il più consapevole e raffinato dei dischi “pop”.

Dal "progressive" e dal “pop”, ma da quello illuminato degli anni ’60 , ’70 e '80, provengono infatti almeno tre dei principali protagonisti di questo lavoro: Franco Battiato che ha scritto per lei la canzone "Eri con me", il produttore Francesco Messina e un artista come Mino Di Martino che firma ben quattro brani ( “Morire d’amore”, “Un mondo a parte”, “Autunno già” e “Come il mare” ) dei dodici di cui l’album si compone. A loro si affianca un altro nome eccellente del pop contemporaneo come quello di Tiziano Ferro che ha scritto per lei “Nata ieri” e “Cambio casa”, oltre alla stessa Alice che firma “Orientamento” e “Sui giardini del mondo”, quest’ultima composta insieme al primo chitarrista dei Bluvertigo, Marco Pancaldi.

Ma nel disco compaiono anche altri nomi illustri della musica italiana, come quello di Lucio Dalla, di cui Alice riprende una delle canzoni più significative, “Il cielo”; di Giuni Russo, con la versione-studio di una rilettura della sua messa in musica della poesia di Totò “ 'A cchiù bella "; e dei Califfi, la cui essenziale cover di “Al mattino” chiude idealmente il disco.

Se il team autorale è di prim’ordine, quello produttivo non è da meno: al nome dell’ex-Japan Steve Jansen, si affiancano i nomi di Francesco Messina, storico alter ego artistico di Alice, da tempo fidato collaboratore dell’artista forlivese e quello di un altro asso del pop, Marco Guarnerio. Alberto Tafuri che ha curato gli arrangiamenti degli archi, ha prodotto " ' A cchiù bella" e una versione remix di “Cambio casa” vede invece all’opera, in veste di produttore e coautore del brano, anche il pluripremiato Michele Canova Iorfida (Jovanotti, Tiziano Ferro e tanti altri).
Il resto, su questo disco, lo fanno le canzoni, che pur essendo tutte assai diverse tra loro danno l’impressione di stare insieme per costruire un album perfetto, siano esse dense di riferimenti storici o letterari - dall’iniziale “Morire d’amore” ispirata alla vita di Giovanna D’Arco a “Come il mare” e “Autunno già”, i due brani ispirati invece a opere dei poeti “maledetti” Rimbaud e Verlaine – sia che tocchino temi esistenziali-spirituali come "Eri con me" o che più semplicemente affrontino amore, quotidianità e relazioni umane che danno luogo a quell’eterno scorrere della vita che bene prende forma in una parola sanscrita, samsara, rappresentato proprio da una ruota che gira.
Tutto questo sfocia in un album di grandi canzoni, composte, arrangiate ed eseguite mettendo sempre prima al centro di tutto quell’idea di urgenza espressiva e di direzione artistica ben precisa cui Alice ha sempre dato spazio nel corso della sua carriera. Forse, se SAMSARA può prendersi un merito, è quello di offrire una moltitudine di porte aperte per chi avrà voglia e curiosità di ascoltare il nuovo lavoro di una delle artiste italiane più originali e coerenti nel seguire il proprio percorso creativo. Le troverà nella bellezza delle storie, nella scelta accurata del repertorio, nella forza delle interpretazioni, nella grazia degli arrangiamenti, mai ridondanti o “facili”, ma al contrario sempre pensati e costruiti per impreziosire voce e canzoni.

Le canzoni di SAMSARA parlano di ciò che senza sosta continua ad accaderci, a scorrere, e al tempo stesso ne incarnano il significato; perché ogni nuovo lavoro per un vero artista assomiglia al compiersi di un giro di ruota e contiene in sé gioie e sofferenze catturate dallo scorrere di questo flusso continuo. Rinchiude voci e suoni e lascia loro cantare parole, raccontare momenti in cui vivere aspirando ad un’unità superiore e quelli in cui si finisce per rimanere prigionieri di questo imperfetto paradiso terrestre chiamato vita. 

Fnac Verona : Il Samsara di Alice «Cantare è pregare»

Il titolo dell'album è un termine in sanscrito: indica il flusso e la ciclicità della vita. Battiato è tornato a scrivere per lei 


Verona, 25 settembre. È bellissima, bravissima, fascinosa, misteriosa, imprevedibile, non allineata all'omologazione e alle banalità dello show business. Ce n'è quanto basta per non perdersi, oggi pomeriggio alle 18, l'incontro al Forum Fnac con Alice, che verrà a presentare il suo nuovo album Samsara uscito la settimana scorsa per la Arecibo, etichetta discografica di proprietà della stessa interprete ed autrice di Forlì. In sanscrito Samsara indica l'incessante flusso e la ciclicità della vita, rappresentati da un ruota che gira. «Cerco di vivere nel presente, consapevolmente, e di vivere ogni attimo. Il presente è frutto del passato e determina il futuro, ma è l'unica realtà», ha spiegato la cantante che da novembre a gennaio sarà in tour in Italia e poi proseguirà con una serie di date europee. Un nuovo disco di inediti, a quattordici anni di distanza dal precedente Exit del 1998, a suggellare ulteriormente e con coerenza una carriera quarantennale, visto che la prima affermazione di Alice risale addirittura al 1971 con la vittoria al Festival di Castrocaro (ancora con il suo nome di battesimo, Carla Bissi). Samsara, ancora una volta, si caratterizza per le scelte mirate dei brani interpretati da Alice, che è peraltro anche autrice di due delle canzoni in scaletta, Orientamento e Sui giardini del mondo, quest'ultima composta insieme a Marco Pancaldi già dei Bluvertigo. Tra le altre prestigiose firme di Samsara, spiccano due pezzi di Tiziano Ferro, Mino De Martino (uno dei Giganti) con quattro canzoni a suo nome, Lucio Dalla, Giuni Russo, e Franco Battiato, tornato a scrivere per Alice il brano Eri con me. Un sodalizio storico e felicissimo, quello tra Alice e il musicista siciliano. La collaborazione tra loro partì nel 1980 per l'album Capo Nord, che conteneva tra le altre Il vento caldo dell'estate, brano di notevole successo che fece da preludio a Per Elisa, canzone vincitrice del Festival di Sanremo 1981. Da lì, e dall'album intitolato semplicemente Alice, un percorso artistico decisamente originale ed eterogeneo che ha portato Alice alla fama anche a livello europeo e a cimentarsi, sempre con esiti di grande classe, in diversi ambiti stilistici, e a fianco di grandi nomi della musica mondiale (da Tony Levin a Steve Jansen dei Japan, da Paolo Fresu a Stefano Battaglia...).  «Vivere il mondo illusorio che il successo ti dà», ha detto Alice pochi giorni prima dell'uscita dell'album (18 settembre), «rischia di mandarti fuori dalla realtà. Tutto dipende da cosa vuoi. Io non ho fatto musica per il successo, il potere o i soldi. Ma il mio posto era evidentemente questo. Sono convinta che il canto sia la forma più alta di preghiera». «Non mi sembra vero che questo progetto si sia concretizzato. Non era facile realizzare il disco autonomamente e al di fuori di qualsiasi schema, rinunciando alla distribuzione con una major. L'idea era di essere fondamentalmente interprete e di assemblare canzoni che rispecchiassero un microcosmo, in tutte le sue sfaccettature». L'incontro di questa sera al Forum Fnac sarà condotto da Enrico de Angelis, direttore artistico del Club Tenco, che nel 1985 ha assegnato ad Alice la Targa riservata alla «miglior interprete» per l'album Gioielli rubati, interamente focalizzato sulle canzoni di Franco Battiato. Beppe Montresor, L’Arena.it