venerdì 9 luglio 2010

Alice, il concerto di Valeggio al Verona Folk Festival - 8 luglio 2010

Altro concerto di grande successo quello di Valeggio, con la piazza gremita di persone. Alice, come sempre accompagnata al pianoforte e alla chitarra da Alberto Tafuri, rispetto alla data di Asti, in cui era stata preceduta da Andrea Chimenti e quindi aveva ridotto un pò il programma, ha proposto anche "A'cchiù bella", "Non insegnate ai bambini" e "Il sole nella pioggia". Tantissime le persone ad attenderla per un saluto nel dopo-concerto, con tantissimi giovani, segnale di un rinnovato e importante interesse verso la sua musica e la sua figura di Artista e che, ci auguriamo davvero tutti, le serva anche di stimolo per nuove, ormai attesissime da troppo tempo, produzioni musicali.

Grazie a Davide e a Marina per le splendide foto e per il resoconto della serata.

VERONA FOLK. Impeccabile recital della cantante ottimamente assistita da Alberto Tafuri

Un’artista di gran classe: Alice

Ancora una tappa molto felice - dopo l’esordio al Teatro Romano con Malika Ayane - per la sesta edizione di “Verona folk”, che nella piazza centrale di Valeggio ha ospitato un impeccabile recital di Alice, splendidamente assistita da un lavoro di gran gusto a pianoforte, chitarra e tastiere, da Alberto Tafuri.

Ormai Alice ce l’ha confermato più volte: è un’artista dotata, sotto tutti gli aspetti, di gran classe, di quelle che hanno il dono di trasformare in oro praticamente qualsiasi cosa tocchino, si tratti di sue più recenti, aeree composizioni come Il contatto (che magari in bocca ad altri potrebbero sembrare astruse o velleitarie) o antichi gioielli elaborati nella lunga frequentazione con Franco Battiato (una delle collaborazioni più feconde e felici nella canzone italiana): per esempio la mitica Chan-son Egocentrique, che restituisce come poche altre il sapore - tutt’altro che kitsch trattandosi di Alice - degli anni ’80 più creativamente elettronici e frizzanti.

Anche l’uso dell’elettronica (va ribadita la sintonia d’intenti tra la cantautrice e Alberto Tafuri, un’accoppiata artistica che non fa rimpiangere la mancanza di un organico strumentale più abbondante) non è mai invadente o superfluo, e ben si piega alla vocalità forte ma capace anche di “fragilità” di Alice, ai suoi sorprendenti, fluidi passaggi dal sussurrato allo squillante.

Capace, insomma, di tenerti sempre incollato all’ascolto, come se ogni parola detta fosse importante e necessaria. Anche a questo si deve, crediamo, il piccolo miracolo di un’artista certamente non ‘facile’ per scelte e temperamento (nel presentare uno dei tanti capolavori ascoltati a Valeggio, È stato molto bello di Battiato, Alice ha parlato di “passionalità con distacco”) eppure amata anche dal pubblico sensibile a linearità espressive più sanremesi.

E il fatto che quasi trent’anni fa Alice abbia vinto Sanremo con Per Elisa (anche a Valeggio richiesta a gran voce per i bis, prima della conclusione con la Prospettiva Nevski ) rimane ancor oggi, per noi, uno di quei bellissimi, inspiegabili misteri che di tanto in tanto sparigliano il mazzo. E ci consentono di continuare a godere di una fuoriclasse come Alice, che, sempre per citare È stato molto bello, non invecchia e da niente è imprigionata.

G.BR. da L’Arena.it