«Samsara», il flusso magico della musica
Le vite, artisticamente parlando, di Carla Bissi meglio nota
come Alice sono tante, tutte comunque riconducibili a una onestà intellettuale
di fondo: proporre un'idea «alta» di canzone d'autore e al contempo renderla
fruibile, senza snaturarla, a una platea più vasta. Per Elisa - anno di grazia
1981, griffata Battiato/Pio - è lì imperitura memoria a ricordarci che Sanremo
può essere vinto anche senza bisogno di sdolcinate sgrammaticature melodiche.
Anni intensi gli ottanta, collaborazioni ricchissime (Park Hotel , registrato
nel 1986 con Tony Levin, Jerry Marotta e Phil Manzanera), azzardi coraggiosi
(Melodie passegere, nel 1988 con melodie di Satie, Fauré e Ravel) fino ad
arrivare nel 1998 a
Exit, ad oggi l'ultimo album di canzoni inedite. «Ho avuto un'esperienza
scioccante - spiega la cantante - e allora ho avuto come un blocco creativo. Ho
deciso di fare e sperimentare qualcosa di diverso. Mi ha aiutato a crescere
moltissimo God is my dj (1999, ndr), mia personale ricerca del sacro nella
musica».
Un blocco superato due anni fa quando ha deciso di mettere
mano a un disco di nuovi pezzi, Samsara che arriva martedì 18 settembre nei
negozi, per la sua personale etichetta la Arecibo distribuito fisicamente dalla Artist
First e in digitale da Believe Digital». «Un lavoro di squadra - racconta - il
cui titolo ha un senso preciso. In sanscrito Samsara indica il flusso e la
ciclicità della vita, rappresentati da una ruota che gira». Dodici brani, va
detto molto belli e ispirati, e dove non poteva mancare il suo grande mentore,
Franco Battiato (a sue composizoni nel 1985 dedicò un intero album, Gioielli
rubati, Premio Tenco) che le ha regalato Eri con me, su testo di Sgalambro:
«Avevo appena finito di ascoltare la sua Ombra della luce e l'ho chiamato,
chiedendogli di scrivere una canzone per il nuovo disco. È rimasto in silenzio
e poi mi ha detto 'vuoi un pezzo mistico? Ci proverò ma non è facile'. E invece
due giorni dopo era pronta». La sorpresa è la collaborazione con Tiziano Ferro,
autore di ben due pezzi: Nata ieri - il singolo che ha anticipato l'intero
progetto - e Cambio casa, quest'ultima in doppia versione, in scaletta come
ghost track remixata da Michele Canova. «Non è un caso perché sin dall'inizio
desideravo avere la collaborazione di diversi musicisti, tra cui giovani autori
italiani. Lui è stato subito disponibile, ci siamo conosciuti personalmente
solo dopo e ci siamo piaciuti». Stima contraccambiata dallo stesso Ferro:
«Alice è un emblema di stile ed integrità - scrive in una nota - esempio di
come ci si dovrebbe comportare quando si fa musica: seguendo l'istinto e la
passione assecondando i propri tempi e la propria sensibilità». Quattro canzoni
sono opera di un collaboratore storico Mino Di Martino: «È fantastico, un uomo
appassionato di poesia, letteratura e di arte in genere, ha il dono di mettere
in musica brani letterari». In passato lo aveva fatto per La recessione, musica
su testo di Pasolini inserito in Mezzogiorno sulle Alpi (1992).
E ora è anche la volta di un tour dal vivo: «Negli ultimi
anni avevo solo fatto concerti sporadici, ora ne sento la necessità». Si parte
il 30 novembre dal teatro Fabbri della natìa Forlì per toccare a dicembre anche
Milano (11) e Firenze (13) e a gennaio Padova (12) e Roma (24).