Il titolo «Samsara? In sanscrito sta a indicare il flusso
della vita»
MILANO - «Alice è un emblema di stile ed integrità. È un
esempio di come ci si dovrebbe comportare quando si fa musica: seguendo l'
istinto e la passione, assecondando i propri tempi e la propria sensibilità.
Scrivere per lei è stata una delle sfide più stimolanti dei miei ultimi dieci anni
da autore». Parola di Tiziano Ferro, che firma ben due canzoni di «Samsara»,
nuovo album di Alice (al secolo Carla Bissi, da Forlì che il 26 settembre
compirà 58 anni), il primo di inediti dal 1998. C' è una canzone
firmata da Battiato&Sgalambro («Eri con me»), un' altra nella quale la
scomparsa Giuni Russo mette in musica «' A cchiù bella», una celebre poesia di
Totò, e pure una canzone inedita di Lucio Dalla intitolata «Il cielo». Un clima
mistico ma nel complesso accattivante fin dal singolo «Nata ieri», firmata
appunto da Ferro. «Questa canzone - spiega Alice - è un inno al cambiamento.
Passare a qualcosa di nuovo, la fine di un ciclo, l' inizio di un altro. Per
arrivare a scoprire qualcosa di nuovo nell' ambito di una visione cristiana
della vita. Il cambiamento è movimento vitale. Nel momento in cui tutto rimane
com' è, tutto si ferma e muore». E il titolo del cd? «È il termine sanscrito
che sta a indicare il flusso incessante della vita nei suoi vari cicli,
nascita, morte, rinascita». Come è cambiata la Alice che vinse Sanremo 1981 con «Per Elisa»?
«Molto. La vita mi ha dato amore e successo. Ho scoperto che tutto questo non
bastava e così continuo a cercare in piena libertà senza pretendere il consenso
a tutti i costi».