Alice

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lunedì 24 gennaio 2011

Intervista a Battiato: una canzone per il nuovo disco di Alice

È una bella, sana anomalia per un artista dei più acclamati e prestigiosi che ci abbia dato in sorte la musica italiana d’autore degli ultimi quarant’anni: da quando, cioè, cominciò a pubblicare album coraggiosi e interessanti, di rottura e di sperimentazione per il nostro mercato. Lo spirito curioso e disponibile verso l’esterno dev’essere rimasto lo stesso se Franco Battiato ha mostrato in questo periodo un grande attivismo a sostegno di artisti alle prime armi e poco conosciuti. Innanzitutto la notizia, decisamente a sorpresa, che lo colloca tra i partecipanti al festival di Sanremo, in coppia con Luca Madonia, ex Denovo e catanese come lui, con cui presenterà «L’alieno». E, poi, un paio di collaborazioni alla periferia dell’impero, con realtà giovani ed emergenti come la cantautrice Cinzia Fontana e con il gruppo «pinkfloydiano» dei Versus. Senza dimenticare che Battiato era stato anche ospite nell’album di Francesco Renga, «Un giorno bellissimo», uscito a novembre, dove figurava un suo cammeo, nel brano «La strada». Perché questa decisione di scendere in campo così frequentemente, ma non a proprio nome, Franco? «È un periodo in cui ricevo continue richieste in questo senso», risponde Battiato, 66 anni il prossimo marzo», saranno almeno una trentina negli ultimi mesi. Tendenzialmente eviterei volentieri, ma non riesco a dire di no e anzi se qualcuno insiste con belle maniere finisco per accettare. Non mi diverte, anzi mi costa sacrificio e oltretutto penso che in sostanza non serva a nulla, nemmeno per chi me lo chiede e anzi finirà per non accorgersene nessuno. Ma se ci tengono...». Diverse saranno state le motivazioni per la sua partecipazione a Sanremo, la prima volta in gara... «Luca è un caro ragazzo che da tempo, chissà perché, desidera moltissimo andare a Sanremo. Morandi e Mazzi che scelgono le canzoni mi hanno detto che sarebbe stato più semplice se mi fossi aggregato e così tra i brani propostimi da Madonia ho scelto ”L’alieno”: dove però entro in gioco dopo tre minuti. La cosa che mi piace di più è pensare che dirigerò l’orchestra nel pezzo che Luca canterà nella serata dedicata all’Unità d’Italia. Ho scelto un titolo da molti erroneamente considerato minore, ”La notte dell’addio”, di Testa e Memo Remigi, in origine interpretato da Iva Zanicchi. Secondo me è una canzone all’altezza della migliore liederistica europea: l’ho arrangiata e per pianoforte e archi e credo che Luca Madonia si metterà benissimo in luce. Vado a Sanremo per lui, non mi sento certo in gara. Resto, giocando con il titolo del pezzo, un alieno, almeno in quella cornice».
Per lei, invece, non ci sono prospettive discografiche in vista? «Mi sto godendo un momento di pausa relativa, durante la quale ho soltanto scritto una canzone, per il prossimo disco di Alice: mi è venuta bene, con un trasporto mistico che mi piace proprio. Si intitola ”Eri con me” e sono contento che sia lei a cantarla: è sempre più brava. Per il resto sono agli ultimi dettagli dell’opera centrata sul filosofo Bernardino Telesio che andrà in scena al teatro Rendano di Cosenza all’inizio di maggio: è stato un lavoro di gran soddisfazione, molto denso e impegnativo che poi con calma uscirà anche su cd». A che punto è invece il progetto del film dedicato alla vita di Haendel? «Per adesso ci sono la sceneggiatura, gli attori e una buona definizione dell’impianto produttivo: ma manca la cosa basilare, i finanziamenti. Ci sono contatti e trattative in corso e intanto so come si intitolerà: ”G.F. Haendel - Viaggio nel regno del ritorno”. La cosa sorprendente è che ormai sono riconosciuto anche come regista: sono già una dozzina le tesi di laurea sull’argomento. Cose da pazzi!». Quando la ritroveremo in tournée? «L’anno scorso ho saltato la stagione estiva e per il 2011 abbiamo previsto 15-20 concerti in luoghi scelti, con orchestra», conclude il musicista siciliano a cui sono stati dedicati ben due libri nei mesi passati, pubblicati da Giunti e da Zona. «Quello che mi sorprende sono le sollecitazioni: nonostante i tempi di crisi potrei fare un centinaio di date. Un bel segno»
di Enzo Gentile, Il Mattino, 23 gennaio 2011

mercoledì 12 gennaio 2011

Alice e Battiato per gli 85 anni del maestro Giusto Pio.

Castelfranco festeggia Giusto Pio e, felice fino alla commozione, il maestro non trova le parole per ringraziare le oltre trecento persone che martedì sera a villa Benzi Zecchini di Caerano di San Marco (Treviso) hanno voluto celebrare il suo compleanno. Ma i baci lanciati con le mani e il sorriso estatico da bambino valgono molto più di tante parole. Ottantacinque anni compiuti ieri, per il musicista e compositore di Castelfranco. Un compleanno che è stato fatto coincidere con l’inaugurazione della mostra a lui dedicata a villa Benzi Zecchini, dove tanti amici e artisti hanno voluto rendergli omaggio attraverso la musica, l’arte pittorica e la scultura. 
Amici che hanno voluto essere tutti presenti all’inaugurazione, dai musicisti Franco Battiato e Alice, al maestro d’orchestra Diego Basso, fino agli artisti Romano Abate, Milo Bianca e Angelo Gatto. Franco Battiato, poco prima dell’inaugurazione, gli si è avvicinato con una carezza affettuosa, poco dopo durante la cerimonia d’apertura della mostra, Giusto Pio gli si è appoggiato, tenendolo per un braccio. Gesti d’affetto tra due grandi amici che insieme hanno segnato la strada della musica italiana alla fine degli anni Settanta. Durante la presentazione, il sindaco di Caerano Angelo Ceccato ha ricordato che Giusto Pio è uno dei più grandi artisti italiani del secolo. «Ah è italiano? Credevo fosse veneto…», scherza Franco Battiato, che non ha mai avuto parole di stima per la Lega. Tocca a Mirko Sernagiotto, presidente della Fondazione villa Benzi Zecchini, ricordare la carriera di Giusto Pio, dai decenni passati come violinista nell’orchestra Rai, all’incontro con Battiato, fino alle composizioni di musica sacra, l’utilizzo dell’elettronica e l’apertura verso le arti figurative. Gli applausi del pubblico sono difficili da tenere sotto controllo, soprattutto alla fine della cerimonia d’apertura, l’immancabile coro «Buon Compleanno», che inizia in sordina ma poi conquista tutti: trecento persone che lo cantano. «È’ tutto enormemente più grande di come me lo immaginavo - dice sorridente Giusto Pio - una volta avevo la forza di contenere le emozioni, oggi, davanti a tutto questo, non ne sono più capace».


Scatta poi la caccia agli autografi e dopo poco Battiato e Alice si rifugiano in una stanza vicina. Guarda caso c’è un pianoforte. «Giusto Pio è un musicista con la "m" maiuscola - ricorda Alice - ma quello che colpisce di più è la sua grandezza d’animo e lo spirito di massima levatura». Battiato invece ricorda la prima volta che l’ha voluto sul palco. «Mi pare fosse il 1977, Giusto Pio era il mio maestro di violino. Un giorno gli ho chiesto se voleva venire ad improvvisare sul palco dell’università di Brescia dove tenevo un concerto - ci dice il maestro catanese - per convincerlo c’è voluto tutto il mio impegno perché era estremamente riluttante all’idea, ma poi, alla fine dell’esibizione, è rimasto sul palco da solo con il suo violino e non si riusciva più a farlo scendere! ».
fonte Corriere del Veneto

«Non so cantare, non so neanche parlare, ma avete suscitato qualcosa di grande in me». E' stato questo il grazie che, con la semplicità di un bambino e l'affabilità di un nonno, il grande violinista castellano Giusto Pio ha rivolto, ieri sera, alle centinaia di persone giunte a villa Benzi di Caerano per festeggiare lui e la sua arte (alla villa è stata inaugurata una mostra dei suoi quadri e nelle prossime settimane sono in programma dei concerti) nel giorno dell'ottantacinquesimo compleanno. E nello stesso simbolico abbraccio, con il medesimo calore e la stessa semplicità, Giusto Pio ha stretto Franco Battiato e Alice, ma anche gli innumerevoli appassionati che gli hanno chiesto una dedica sul libro realizzato dalla Fondazione Villa Benzi e a lui dedicato o "rubato" delle foto. Il tutto in una serata priva di toni smaccatamente celebrativi, cui hanno infuso calore le dediche affettuose che, a centinaia, pendevano dal soffitto al primo piano della villa e nella quale ha fatto sorridere il ricordo, da parte di Franco Battiato, della nascita dell'eccezionale collaborazione. «Volevo prendere lezioni di violino - ha ricordato Battiato - Lui non voleva darmele», mentre i suoi figli lo spronavano dicendogli che «questo è uno che ha fatto dischi, è uno famoso». «Prima eravamo uniti dall'arte, ora dall'amicizia», ha poi aggiunto il cantautore che, uomo eclettico come Giusto Pio (la mostra dei quadri del violinista ne ospita anche alcuni di Battiato), non ha taciuto, a margine del momento ufficiale, una stoccata sul fatto che «in Italia non c'è cultura». In forma strepitosa Alice, cui il tempo ha donato un'eleganza ed una finezza invidiabili. Il suo abbraccio a Giusto Pio è stato lunghissimo. «Lo ho conosciuto attraverso Battiato», ha spiegato, confidando poi di lavorare attualmente ad un nuovo disco ma anche ad un progetto teatrale. E San Remo? «Non mi riguarda». Nel commentare, fra il pubblico, i suoi quadri, Giusto Pio si è soffermato sul "No Arman", in cui un vero violino campeggia su uno sfondo geometrico. Perché la sua vera musa, la creatura di una vita resta la musica, mentre la pittura è stata un mezzo «per meglio capire ed analizzare le opere degli artisti». Sempre e comunque, con umiltà.

lunedì 20 dicembre 2010

"Dedicato a Giusto Pio", 11 gennaio 2011

Fondazione Villa Benzi Zecchini celebra il Maestro trevigiano. Buon Compleanno Giusto Pio. Un omaggio irripetibile che comincia proprio nel giorno del suo 85° compleanno. Al Maestro trevigiano, che l’11 gennaio 2011 compirà 85 anni, Fondazione Villa Benzi Zecchini dedica un intenso programma: tre concerti, una mostra, la pubblicazione di un libro e di un cd inedito raccontano la sua esperienza umana e creativa, non solo attraverso le opere ma anche con il contributo di chi ha conosciuto e collaborato con l’autore e a lui si è ispirato.
Così dall’11 al 30 gennaio entrare tra gli spazi della villa seicentesca a Caerano di San Marco è un’occasione per incontrare da vicino Giusto Pio, assieme agli amici più cari. Franco Battiato, Alice, Romano Abate, Milo Bianca, Angelo Gatto, Bruno Gripari, sono solo alcuni degli artisti invitati a comporre un affettuoso omaggio proprio il giorno del suo compleanno.
Realizzato in collaborazione con Veneto Banca, con il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Treviso e la Provincia di Belluno, il progetto viaggia nei luoghi di Giusto Pio e vicini alla sua arte, parte da Caerano per coinvolgere anche i Comuni di Montebelluna e Castelfranco Veneto, la città natale dove Giusto Pio tutt’oggi vive e lavora.
 Violinista nell’Orchestra Rai per oltre 30 anni, ha suonato con i maggiori musicisti e direttori d’orchestra del ’900. Compositore, sperimentatore costante e silenzioso, è conosciuto al grande pubblico per le collaborazioni con alcuni tra gli artisti più importanti della scena musicale italiana. Su tutti Franco Battiato, con cui ha instaurato un sodalizio artistico e umano che lo ha portato a nuovi traguardi nei campi della musica leggera e d’avanguardia.
“Dal 1977 al 1992 e oltre, anche dopo il mio ritorno a Castelfranco – scrive Giusto Pio – si può dire che la mia vita si intreccia, si identifica, si confonde con quella di Battiato nella composizione e nell’orchestrazione delle canzoni, nei progetti dei dischi, nelle registrazioni, nei concerti e nelle tournèes (…) Sicchè Franco mi è figlio e padre, amico e fratello, è parte di me, e la migliore”.
“Una collaborazione ventennale, di una superlativa e indimenticabile avventura” è il pensiero del cantautore siciliano: tutti i suoi dischi, da Juke box (1978) ad Umprotected (1994) vedono il nome di Giusto Pio, tra i suoi musicisti fissi e imprescindibili.
Sempre accanto a Battiato firma musiche e arrangiamenti di alcuni tra i più importanti successi musicali interpretati da voci straordinarie quali Alice (Per Elisa di Alice vince il Festival di Sanremo 1981), Giuni Russo (Un’estate al mare, L’addio, Lettera al Governatore della Libia) e Milva (Poggibonsi, Alexander Platz, No Time No Space) contribuendo a disegnare una stagione indimenticabile della musica italiana.
Fondazione Villa Benzi Zecchini raccoglie questo patrimonio e consolida una collaborazione che la unisce a Giusto Pio da oltre dieci anni. E’ del 2000 la realizzazione del Poema Sinfonico Elettronico, inciso in occasione del progetto Le Vie dell’Oro, mentre è del 2003 la proiezione in prima assoluta dell’opera multimediale Isaia 6, 9-10 durante l’evento Le Mille e una Notte, che ha trasformato gli spazi della villa in una sorta di caravanserraglio aperto alla creazione e all’incontro tra pubblico e artisti. Seguendo questo filo conduttore, la Fondazione inaugura la nuova stagione culturale riunendo molte delle voci e dei testimoni che hanno accompagnato questi progetti.


PROGRAMMA

Martedì 11 gennaio 2011, ore 18.30 – Villa Benzi Zecchini
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA
Opere di Giusto Pio, Romano Abate, Milo Bianca, Angelo Gatto e Bruno Gripari
Non solo una mostra d’arte ma un viaggio nella vita di Giusto Pio, passando attraverso i suoi quadri, le sue opere multimediali e le prestigiose collaborazioni con gli artisti a lui più affini. Quadri, calligrafie, sculture, video, oggetti personali e sale per l’ascolto per immergersi nella sua vita.

Giovedì 20 gennaio 2011, ore 20.30 – Teatro Accademico di Castelfranco Veneto
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “dedicato a Giusto Pio”
In collaborazione con ARCA CNA, la presentazione del libro biografico sarà un’occasione per ripercorrere 85 anni di vita, dall’infanzia a Castelfranco all’incontro con Battiato, passando per la Resistenza, la Milano degli anni ’50 e ’70, l’Orchestra Rai. Il libro contiene il CD con l’incisione di Dolomiti Suite, eseguita dalla Nuova Banda di Castelfranco Veneto, l’ultima composizione del Maestro candidata a diventare l’inno alle Dolomiti.

Sabato 22 gennaio 2011, ore 20.30 – Chiesa di Santa Maria in Colle di Montebelluna
CONCERTO DI MUSICHE SACRE
Coro di Giavenale diretto dal M° Pierdino Tisato
La Missa Populi per coro e strumenti elettronici è la composizione a carattere sacro più significativa del Maestro. Incisa nel 1995 ha da sempre suscitato grandi emozioni proprio per l’inedito incontro tra le sonorità della voce umana e la strumentazione contemporanea.

Sabato 29 gennaio 2011, ore 20.30 – Teatro Maffioli di Villa Benzi Zecchini
CONCERTO DI MUSICA LEGGERA
Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana diretta dal M° Diego Basso
Un viaggio all’interno delle “canzoni” del duo Battiato/Pio arrangiate e dirette dal Maestro Diego Basso. Voglio vederti danzare, Prospettiva Nevski, Up patriots to arm, Centro di gravità permanente, Bandiera bianca, Per Elisa sono solo alcuni dei capolavori proposti in questo concerto.

 Domenica 30 gennaio 2011, ore 17.30 – Teatro Maffioli di Villa Benzi Zecchini
CONCERTO DI MUSICHE STRUMENTALI DI GIUSTO PIO
Baroque and Blue (Fabio Franco flauto, Jeremy Norris pianoforte, Daniele Carnio contrabbasso, Simone Gerardo batteria)
La chiusura delle celebrazioni è dedicata alle musiche strumentali proposte da un Ensemble originale che ha collaborato spesso con il Maestro. Dalla sacralità di Motore Immobile all’ironia di Preludio e Morte del Solfeggio, l’occasione per scoprire l’Universo Giusto Pio in tutte le sue sfaccettature.
Tutti gli appuntamenti in programma sono ad ingresso gratuito.


Informazioni
Fondazione Villa Benzi Zecchini
Via Montello 61 – Caerano di San Marco (TV) – Tel. 0423/650509 – www.villabenzizecchini.it
Ufficio stampa
Frontiere – tel. 0423/614209 – cell. 392 9504610 – press@frontiereprogetti.com

mercoledì 6 ottobre 2010

Alice per Mick Karn: "Prospettiva Nevski".

Grazie infinite a Elisa della Fondazione Villa Benzi Zecchini per il "resoconto" del concerto dedicato a Mick Karn:

“ L'obiettivo concreto di raccolta fondi è stato raggiunto, la giornata è stata meravigliosa e tutti i musicisti hanno partecipato veramente con l'anima e con il cuore.
Non possiamo che essere felici di quanto siamo riusciti a realizzare:
tutto si è svolto nel migliore dei modi, la partecipazione durante tutta la
giornata è stata notevole, l'organizzazione è stata impeccabile ma soprattutto abbiamo dimostrato la nostra vicinanza a Mick Karn, tutti insieme, tutti coloro che hanno
partecipato ”.

martedì 10 agosto 2010

"Il Cuore nella Musica" : ALICE al "PROGETTO per MICK KARN"

Sabato 04 Settembre 2010 - dalle h.14.00:
Il Cuore nella Musica: PROGETTO per  MICK KARN, presso il Parco di Villa Benzi Zecchini
Via Montello, 61 Caerano di San Marco (TV)
Il Cuore nella Musica
Contatti: info@villabenzizecchini.it
tel. 0423 650509 – cell. 348/3584169
L’ingresso alla manifestazione è ad offerta libera.
Fondazione Villa Benzi Zecchini

Mick Karn, londinese di origine cipriota, è stato il bassista dei Japan, uno dei gruppi più significativi della musica post punk, alfieri di una ricerca musicale ed estetica senza eguali. Dopo lo scioglimento avvenuto nel 1982, si è distinto per una carriere all’insegna della sperimentazione e per le varie collaborazioni a fianco di artisti quali: Kate Bush, David Torn, Midge Ure (Ultravox), Peter Murphy (Bauhaus) e ha accompagnato la cantante Alice nel suo memorabile tour europeo del 1996 (insieme con Steve Jansen, Robby Aceto e Ben Coleman) . Proprio la cantante romagnola, tra le voci più intense e originali del panorama musicale internazionale, porterà la sua preziosa testimonianza nel palcoscenico de Il Cuore nella Musica.
Mick Karn è gravemente ammalato, ha reso pubbliche le sue condizioni di salute, attraverso il suo sito internet , al fine di poter raccogliere i fondi necessari a fronteggiare le costose cure alle quali si sta sottoponendo.
La Fondazione Villa Benzi Zecchini ha colto il suo accorato appello e organizzerà un importante evento culturale, che avrà luogo nel bellissimo parco della villa seicentesca di Caerano di San Marco, con una maratona/concerto ed una mostra fotografica il prossimo 4 settembre. La maratona parte nel pomeriggio, già dalle ore 14, per proseguire fino alla mezzanotte: provenienti da diverse parti d'Italia, sono una quindicina i gruppi invitati ad esibirsi nel parco della villa. Attesissimo l’intervento di Aldo Tagliapietra, che con Le Orme ha regnato sulla musica prog italiana per decenni. Ma l’evento dedicato a Mick Karn segna anche il ritorno sulle scene di due significative realtà venete degli Anni Ottanta: i Frigidaire Tango (Bassano del Grappa), tra i pionieri della new wave italiana, che, a distanza di quasi 25 anni, propongono un nuovo album prodotto da Giorgio Canali, e il gruppo Degada Saf (Castelfranco Veneto), alla ribalta con un lavoro quasi interamente elettronico. Mentre il musicista trevigiano Lino Brotto propone un set acustico jazz per reinterpretare alcuni successi new vawe assieme a Filippo Tantino e Valeria Bruniera. Si alterneranno così sul palco decine di artisti tra i più significativi provenienti da tutta Italia per un evento unico dal profondo significato umanitario. Interverranno: Aut, Cardiac, Exposurensemble, Giorgio Fairsoni & Rubberband, Flowers of Hiroshima, Madame Sadowsky, Magnetic Sound Machine, Ococo, Stardom, The Mantra ATSMM.

La mostra fotografica, invece, comprende gli scatti del batterista Steve Jansen, batterista dei Japan, scattate all’inizio degli anni ottanta. Queste immagini riescono a catturare l'atmosfera di quel periodo nel quale, la ricerca estetica era la risposta ad un forte rifiuto alle regole convenzionali prestabilite. Queste immagini in bianco e nero sono caratterizzate da un significativo contrasto di luci ed ombre, la presenza della natura è fredda, colta principalmente nella stagione invernale, le architetture paiono allo stesso modo, piatte e claustrofobiche. Ecco come allora i vari membri dei Japan, David Sylvian, Richard Barbieri oltre a Mick Karn, a Steve Jansen e i loro più stretti collaboratori come Ryuichi Sakamoto, filtrati in queste immagini, testimoniano un momento così complesso della società inglese dell'epoca, ma che attraverso la loro raffinata e ricercata presenza, si rivolge al futuro come una rinnovata “via di salvezza”. E' proprio da questa ribellione e da questa ossessiva ricerca estetica, che i Japan hanno reso unica la loro visione dell'arte, peraltro ancora apprezzata da un pubblico così largamente diffuso. Queste immagini sono lo “specchio della loro ricerca".
Le foto scattate da Steve Jansen durante il periodo “Japan” in mostra a Villa Benzi Zecchini dal 4 settembre p.v. sono acquistabili ed il ricavato concorrerà alla raccolta dei fondi.
Per questo evento la Fondazione Villa Benzi Zecchini ha chiamato in causa anche la Provincia di Treviso che ha deciso di concedere il patrocinio complimentandosi per la lodevole iniziativa. Numerose riviste di settore (es. Rockerilla) e siti specializzati (es. radiobase.net) hanno pubblicato il comunicato stampa per poter far avere alla notizia un appropriato riscontro, degno dell’iniziativa. Il locale New Age, da sempre molto attento all’ambiente musicale, sarà Media Partner dell’evento e offrirà ancora un più vasto target di possibili partecipanti.
Inoltre, diverse aziende locali hanno deciso di prendere parte a questo progetto affiancando la Fondazione Villa Benzi Zecchini nell’organizzazione dell’evento, diventando così sponsor tecnici (Esse Music, Disco Frisco, Misstake, Papermoon, Gallo Pubblicità, Arti Grafiche San Marco e molti altri). Altre associazioni e istituzioni si sono rese disponibili per fronteggiare le diverse esigenze e difficoltà, date dall’importanza del concerto: il Comune di Caerano di San Marco, il Centro Giovani e la Pro Loco parteciperanno attivamente assieme al gruppo di organizzatori che, mossi dalla nobile causa, lavoreranno con il cuore per questa manifestazione.
L’obiettivo è dunque quello di raccogliere fondi per Mick Karn e per la sua famiglia, dimostrando così che l’arte e la cultura possono raggiungere finalità sociali rilevanti.
Il 4 settembre sarà così una giornata memorabile, dove gli organizzatori, gli artisti ed il pubblico tutto riusciranno insieme a superare le difficoltà organizzative e logistiche, per dimostrare la loro solidarietà e la loro vicinanza a uno dei più importanti musicisti inglesi: Mick Karn.

martedì 27 luglio 2010

Intervista dell' 8 luglio 2010 e recensione concerto.

di "Falco" Emanuele Falconi - Yastaradio

Nel contesto della 6 edizione del Verona Folk, promossa da Box Office Live e da Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, si è esibita a Valeggio sul Mincio una delle più grandi cantautrici e artiste italiane di sempre.
Grazie a Leonardo di Box Office Live e grazie a Yastaradio.com ho avuto modo di intervistare Alice, o meglio, di fare con lei un’indimenticabile chiacchierata qualche ora prima del concerto dell’8 Luglio.
Un’esclusiva quindi per Yastaradio, come mi ha confermato il buon Leonardo che ringrazio ancora personalmente (da fan) e da parte di Yastaradio.
Nella sala consiliare del comune di Valeggio mi viene presentata poco dopo il suo arrivo e vengo accolto da un calorosissimo sorriso. Alice è una persona fantastica, di incredibile umanità e umiltà, ne ho avuto sentore ascoltando e leggendo le sue interviste su internet e quel sorriso sembra avermene dato conferma.

La prima domanda in realtà la fai lei a me, parto infatti dal presupposto che su una scala temporale che comprende i miei 27 anni, la conosco come artista solo da 8-9 mesi, e mi chiede quindi come ho fatto a conoscerla, non vi tedio con la mia risposta, mi limito ad informarvi che l’ho vista casualmente in tv, dove all’interno di un programma passava la sua performance al festival di Sanremo dell’81 dove ha vinto con la canzone Per Elisa.

E quindi nell’arco di pochi mesi, sei arrivata (dopo l’ascolto dei tuoi lavori) nell’olimpo delle mie preferenza insieme ad altri cantautori che seguo da anni come De Andrè, Gaber, e soprattutto Guccini che fra l’altro tu hai omaggiato nell’album Viaggio in Italia con Auschwitz, come mai proprio questa canzone?

E’ molto curioso l’inserimento di Auschwitz, stavamo lavorando al disco Viaggio in Italia, che non è un semplice disco di cover, è nato infatti dal desiderio di mettere l’attenzione sul valore del testo, quindi trattare canzoni nate su testi poetici e di un certo spessore letterario. In quei giorni appunto, mente lavoravamo al disco, quando sei quindi maggiormente aperto e creativo, ricorreva la prima giornata della memoria in ricordo della Shoah, il 27 gennaio, Auschwitz quindi era nell’aria, doveva esserci per forza.

Ho intuito che Viaggio in Italia non fosse un semplice disco di cover dal fatto che hai inserito Non insegnate ai bambini di Giorgio Gaber, non certo una delle sue canzoni più famose.

Certo, e anche Battisti, ho preso il Battisti di Panella (Battisti ha collaborato con Pasquale Panella, dopo gli iniziali successi con Mogol nda), i cui testi erano straordinari e.. inusuali.
Ah poi ho chiamato Francesco Guccini, perché di Auschwitz esistevano 2 testi (in riferimento a quello dell’Equipe 84 che ha portato al successo la canzone nda), e quindi ho chiesto innanzitutto il permesso di farla e poi di modificare leggermente il testo, non vorrei che non gli fosse andato bene quello che avevo scelto, lui mi fa: “Si, si. Fai pure”.

Sul rapporto generazionale, volevo incentrami un attimo su quello; io ti ho conosciuto tardi rispetto ad altri grandi come appunto Guccini o De Andrè, ma se indago nell’intorno della mia generazione, non sono molti i miei coetanei che conoscono Alice come artista, al di là comunque della canzone Per Elisa. Come vivi tu adesso, dall’alto della tua trentennale carriera, il rapporto con i giovani? E che età c’è mediamente ai tuoi concerti?

Tutto sommato molto varia, ci sono giovani, comunque l’età media rimane sui 40-50 anni, poi ci sono, ad esempio all’ultimo mio concerto ad Asti qualche giorno fa, molti giovani, quindi c’è una sorta di ricambio generazionale.

E credo sia anche una soddisfazione da un certo punto di vista.

Mah io in realtà non mi pongo il problema, non me lo sono mai posto e non me lo pongo neanche adesso (risate).

Paghi un po’ da questo punto di vista il tuo allontanamento dallo Show Business? Allontanamento comunque volontario.

Certo, sicuramente, ogni scelta implica una rinuncia.

E ti penti di questo tuo allontanamento?

Assolutamente no, mi sento per la verità molto fortunata, perché nonostante il mio allontanamento ho ancora la possibilità di esibirmi e di fare dischi, farò prossimamente un nuovo disco pop, ho l’opportunità di portare avanti dei progetti teatrali a cui sto lavorando che mi auguro possano vedere la luce nel 2011 con un tour teatrale conseguente.
Quindi nonostante mi sia tolta dal mercato…ci sono ancora.
E’ giusto fare una considerazione su tutto questo, perché è vero che non tutti hanno la possibilità di portare avanti quello in cui credono, perché la vita ti mette certe volte in condizioni tali che tu non puoi scegliere, devi semplicemente cogliere quello che la vita ti propone in quel momento. Per questo mi ritengo fortunata, perché sono riuscita a portare avanti il mio percorso senza piegarmi troppo, sicuramente ho pagato infatti, come dici tu, sono pochissimi i tuoi coetanei che mi conoscono, ma questo non vale solo per me, ci sono altri come David Sylvian o Peter Gabriel; i ragazzi di 20 anni non sanno chi sono. Purtroppo il mondo in cui viviamo è questo, le nuove generazioni colgono quello che il sistema propone, chi ha certi interessi più sviluppati va a cercare, come sempre…chi cerca trova, chi non cerca… si arrangia (risate).

Ti manca quindi relativamente lo stare sotto i riflettori, in riferimento quindi alla tua parentesi anni 80.

Quella non mi manca per niente, ho fatto di tutto per scappare a gambe levate! Quel tipo di successo è stato un po’ come l’influenza ..che sei costretto a stare a letto per un certo periodo…un incidente di percorso meraviglioso che mi ha dato delle opportunità che altrimenti non avrei mai avuto, però rispetto a quello che io avrei voluto fare nella musica, mi ha stufato, mi ha deviato e io piano piano ho cercato di tornare sui miei passi.

Ho avuto un sentore di questo vedendo i tuoi filmati su internet, nelle apparizioni televisive degli anni 80, eri a tuo agio perfettamente quando cantavi ma appena finito sembrava che tu volessi andare via da li, ed è estremamente affascinante questa cosa.

Si vedeva perfettamente dalla mia faccia!! (risate) Il palcoscenico mi è sempre stato naturale, fin da piccola, ho iniziato a cantare da piccolissima, quindi mi è sempre stato familiare, mentre tutto quello che è legato al successo, allo show business, tutto ciò che non è musica, l’ho patito tantissimo, a cominciare dai servizi fotografici, una tortura!

Una curiosità, una conferma più che altro: sulla diatriba del testo di Per Elisa, parla di droga, non parla di droga, ho letto una tua intervista di qualche anno fa dove smentivi il fatto che il testo si riferisse alla droga.

Non parla di droga, però la cosa che mi ha veramente colpito è che ci sono dei testi dove ognuno può cogliere quello che vuole. Capita che il testo possa essere compreso in diversi modi, dipende da chi lo legge. Per Elisa è una di quelle canzoni un po’ magiche da questo punto di vista, e devo dire la verità, mi sarebbe piaciuto scriverla in quello spirito perché molto più interessante rispetto allo spirito con cui l’ho scritta io! Anche perché quando ho scritto questa canzone il mondo della droga era un mondo che conoscevo solo perché sapevo che esisteva ma che non frequentavo, quindi non avrei avuto la possibilità di scrivere una canzone con quella valenza.

Rinneghi alcuni lavori anni 80?

No, io non rinnego niente, l’unica canzone che rinnego, che non canto più dal vivo è Messaggio,che non è tra le canzoni che amo di più, ha una valenza nella quale non mi rispecchio più. Al contrario di Per Elisa, che per un periodo non ho più cantato, ma che ora eseguo ancora perché mi piace collegarmi a quel periodo della mia vita e farlo rivivere attraverso quella canzone, perché c’è una forza che mi piace ricontattare.

Quindi ancora fai canzoni del primissimo periodo?

Certo e ti dirò di più, nel progetto teatrale di cui ti parlavo prima, che ha un tema importante: il tema del tempo, che non approfondisco in questa sede, credo che riprenderò altre canzoni dei primi anni 80, che non canto più da allora, perché sono canzoni minori.

Che però magari piacciono! Dal punto di visto lirico, le canzoni che mi piacciono di più di quel periodo sono quelle legate al tema della solitudine, come ad esempio Tramonto Urbano in cui mi rispecchio tantissimo.

Ti racconto come è nata quella canzone. Lavoravo con Battiato, era il primo disco che facevamo insieme. Lui abitava a Milano vicino a Largo Marinai d'Italia che adesso è diventato un grande parco, all’epoca avevano appena iniziato i lavori per far nascere questo parco, le piante erano piccole (e infatti ti parlo del “pino nano”), alte mezzo metro e lui mi fa: “andiamo a fare un giro al parco a vedere il tramonto”, e io ho pensato “ma questo è fuori”. Il parco, bisognava avere molta fantasia per immaginarselo dati i lavori, e il tramonto…considera che dove sono nata e cresciuta, a Forlì, il sole scendeva dietro gli alberi, davanti le case non c’erano. Lì c’erano questi palazzi pazzeschi quindi il tramonto lo vedevi più o meno, quindi ho pensato: “lui lo vede forse perché è più alto”, quindi sono salita in piedi sopra una panchina, da qui l’incipit della canzone.

L’intervista vera e propria finisce qui, l’ultima parte della chiacchierata non la riporto in quanto abbiamo brevemente discusso di quelle che sono le miei canzoni preferite (di Alice naturalmente) e di quello che poi sarà il suo concerto. Sono tornato alla realtà conscio di aver trascorso dei momenti molto interessanti con un’artista di elevata caratura intellettuale, una di quelle persone con cui parleresti per ore e che indipendentemente dal fatto di essere conosciuti o no, sono sempre più rare anche nella vita di tutti i giorni. Non posso quindi non ammirare profondamente il lato umano di Alice e ringraziare nuovamente Leonardo e il suo staff e Yastaradio per aver avuto l’opportunità di fare questa intervista.

Recensione del concerto
Alice, Valeggio sul Mincio 8/7/2010

Nel bellissimo contesto della piazza di Valeggio sul Mincio, una tappa imperdibile per gli amanti della musica d’autore all’interno della rassegna Verona Folk promossa da Box Office Live e da Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona. Stasera tocca ad Alice, artista che ha avuto un enorme successo negli anni '80, cantautrice sublime, raffinata e tutto sommato intramontabile, almeno per chi la segue con costanza da anni o per chi, come me, ha avuto modo di conoscerla solo di recente.
E un ringraziamento particolare, a nome mio e di Yastardio.com, va naturalmente a Leonardo, boss di Box Office Live di Verona oltre che per aver organizzato l’evento anche per avermi dato la possibilità di incontrare Alice prima dello spettacolo e di chiacchierare con lei per quasi 30 indimenticabili minuti (l’intervista la troverete a breve sul portale).
Ore 21 45 abbondanti, dopo i ringraziamenti di rito da parte dell’organizzazione e assessori vari, giusto sull’imbrunire entra in scena Alice accompagnata dal polistrumentista Alberto Tafuri.
Solo un piano, una tastiera e una chitarra accompagneranno Alice, piano spesso suonato da lei stessa, per un concerto in sostanza folk/acustico.
Per me emozione alle stelle…è la prima volta che la vedo dal vivo quindi l’attesa si tocca a mani piene.
Cerco di fare una summa obiettiva della cascata di emozioni che ci ha regalato stasera anche perchè commentare ad una ad una le canzoni sarebbe impresa titanica quindi mi soffermerò brevemente sui momenti più significativi dando la possibilità a chi non la conosce di farsi un’idea e di raccogliere qualche spunto.
Apertura con 1943, brano “recente” contenuto su Exit (1998), pochi versi dedicati alla poetessa Else Lasker-Schüler che crea il perfetto clima riflessivo che prosegue con il classico Dammi la mano amore (da Charade), brano di forte intensità e di profondità poetica.
E la poesia irrompe definitivamente quando Alice interpreta Febbraio e La Recessione, testi di Pasolini, qui ho ceduto e l’ho filmata, per chi fosse interessato sapete come contattarmi. Testi reinterpretati in forma canzone, attualissimi a 40 anni di distanza, che tramutano le parole dell’indimenticato poeta Bolognese in malinconico senso di assenza, dell’amore innanzitutto (se avete la pazienza di studiarvi il testo de La Recessione).
Il pubblico è incantato, io.. figurarsi, sono più di là che di qua come si usa dire. Tant’è che seguono a ruota Anìn a Grìs, canzone in friulano di sublime bellezza, e I Treni di Tozeur, originariamente cantata con Battiato nonché grande successo internazionale nell’84; canzoni che mi rimbecilliscono completamente, potevate anche mettermi addosso una maglietta della Lega Nord che probabilmente non facevo un fiato.
Applausi, applausi e applausi come se piovesse, Alice ringrazia, forse un tantinello emozionata per l’incredibile accoglienza di una piazza gremita (concerto sold out) che la incita e la acclama. Pubblico di qualità mi verrebbe da dire.
Chanson Egocentrique spezza un po’ l’atmosfera intimista per una parentesi di non-sense (forse) made in Battiato per riprendere poi con un capolavoro o meglio 2 capolavori quali Il sole nella Pioggia (ri-arrangiata splendidamente) e il Vento caldo dell’estate, suo primo grande successo (‘80).
Poi tocca una parentesi tributo al suo vate Franco Battiato con La Cura e Ed è stato molto bello per tornare poi su quell’album capolavoro (il Sole nella pioggia) con Le Baccanti e con Tempo senza tempo, che dopo questa io davvero ero da buttare nel Mincio. Estasiato, inerme, dipendente come un drogato dalla sua voce..il concerto sembra appena iniziato e invece ne ha già fatte 13 e la gente ne vuole ancora; Alice ti tiene incollato all’ascolto, anche nei brevi intermezzi tra una canzone e l’altra non vorresti mai perderti una sua parola, una sua considerazione. E allora via con Il Contatto, che introduce descrivendone brevemente la gestazione, canzone nata razionalizzando un sogno particolarmente significativo. E per fortuna che l’ha messo in musica, per regalarci un ennesimo gioiello intimista.
E poi..eccola. Prima dell’intervista, prima del suo arrivo in piazza (era ancora tardo pomeriggio) ne avevo sentito qualche nota di piano nel sound check, preludio ad una mia speranza..dai che forse la fa (non ne ero affatto sicuro) ma ne ho avuto conferma durante l’intervista (gliel’ho chiesto) e quando è partito l’intro.. e non ho capito più niente: Nomadi (da Park Hotel), testo di Camisasca e interpretazione fuori dallo spazio-tempo di Alice. Un sogno.
Quando torno sulla terra sta già eseguendo Non insegnate ai bambini dell’indimenticato Giorgio Gaber (di cui abbiamo anche discusso nella nostra chiacchierata).
Saluta ed esce, Alice. Ovviamente nessuno crede che sia tutto finito infatti dopo i consueti richiami rieccola fra noi per la degna conclusione, Per Elisa che l’ha consacrata fra i big della storia della musica ma soprattutto la stratosferica interpretazione di Prospettiva Nevsky , capolavoro di Battiato, e non me ne voglia il buon Franco, ma come la fa lei non la fa nessuno.
Fine. Pubblico in delirio, standing ovation, io resto seduto ed applaudo come un imbecille, Alice saluta, ringrazia e sembra una dea. Il pubblico se ne va e io resto seduto e inebetito mentre iniziano a sparecchiare le sedie dalla piazza. Alice esce per qualche autografo e qualche foto, io la guardo da lontano, il mio personale autografo già ce l’ho (vedi foto). Vorrei dirle che è stata fantastica, ma mi sovviene un verso sentito poco prima: “e me ne andrò dalla città nell'attesa del risveglio”.

venerdì 9 luglio 2010

Alice, il concerto di Valeggio al Verona Folk Festival - 8 luglio 2010

Altro concerto di grande successo quello di Valeggio, con la piazza gremita di persone. Alice, come sempre accompagnata al pianoforte e alla chitarra da Alberto Tafuri, rispetto alla data di Asti, in cui era stata preceduta da Andrea Chimenti e quindi aveva ridotto un pò il programma, ha proposto anche "A'cchiù bella", "Non insegnate ai bambini" e "Il sole nella pioggia". Tantissime le persone ad attenderla per un saluto nel dopo-concerto, con tantissimi giovani, segnale di un rinnovato e importante interesse verso la sua musica e la sua figura di Artista e che, ci auguriamo davvero tutti, le serva anche di stimolo per nuove, ormai attesissime da troppo tempo, produzioni musicali.

Grazie a Davide e a Marina per le splendide foto e per il resoconto della serata.

VERONA FOLK. Impeccabile recital della cantante ottimamente assistita da Alberto Tafuri

Un’artista di gran classe: Alice

Ancora una tappa molto felice - dopo l’esordio al Teatro Romano con Malika Ayane - per la sesta edizione di “Verona folk”, che nella piazza centrale di Valeggio ha ospitato un impeccabile recital di Alice, splendidamente assistita da un lavoro di gran gusto a pianoforte, chitarra e tastiere, da Alberto Tafuri.

Ormai Alice ce l’ha confermato più volte: è un’artista dotata, sotto tutti gli aspetti, di gran classe, di quelle che hanno il dono di trasformare in oro praticamente qualsiasi cosa tocchino, si tratti di sue più recenti, aeree composizioni come Il contatto (che magari in bocca ad altri potrebbero sembrare astruse o velleitarie) o antichi gioielli elaborati nella lunga frequentazione con Franco Battiato (una delle collaborazioni più feconde e felici nella canzone italiana): per esempio la mitica Chan-son Egocentrique, che restituisce come poche altre il sapore - tutt’altro che kitsch trattandosi di Alice - degli anni ’80 più creativamente elettronici e frizzanti.

Anche l’uso dell’elettronica (va ribadita la sintonia d’intenti tra la cantautrice e Alberto Tafuri, un’accoppiata artistica che non fa rimpiangere la mancanza di un organico strumentale più abbondante) non è mai invadente o superfluo, e ben si piega alla vocalità forte ma capace anche di “fragilità” di Alice, ai suoi sorprendenti, fluidi passaggi dal sussurrato allo squillante.

Capace, insomma, di tenerti sempre incollato all’ascolto, come se ogni parola detta fosse importante e necessaria. Anche a questo si deve, crediamo, il piccolo miracolo di un’artista certamente non ‘facile’ per scelte e temperamento (nel presentare uno dei tanti capolavori ascoltati a Valeggio, È stato molto bello di Battiato, Alice ha parlato di “passionalità con distacco”) eppure amata anche dal pubblico sensibile a linearità espressive più sanremesi.

E il fatto che quasi trent’anni fa Alice abbia vinto Sanremo con Per Elisa (anche a Valeggio richiesta a gran voce per i bis, prima della conclusione con la Prospettiva Nevski ) rimane ancor oggi, per noi, uno di quei bellissimi, inspiegabili misteri che di tanto in tanto sparigliano il mazzo. E ci consentono di continuare a godere di una fuoriclasse come Alice, che, sempre per citare È stato molto bello, non invecchia e da niente è imprigionata.

G.BR. da L’Arena.it

lunedì 5 luglio 2010

Alice, il concerto di Asti - 4 luglio 2010

ASTIMUSICA 2010

Una splendida serata quella di ieri sera a Asti, dove Alice, in formissima, ha "ammaliato" il numeroso e caloroso pubblico accorso per ascoltarla nella suggestiva Piazza della Cattedrale. Un pubblico, tra l'altro, con tanti giovanissimi che cantavano anche le canzoni meno note del suo repertorio.
Un concerto con il programma già presentato nella precedente data di Grugliasco.

Grazie a Davide per le foto.

>>> Photogallery dal sito del Comune di Asti

sabato 26 giugno 2010

Alice a "Note di Merito", Cavea Auditorium Parco della Musica


Il concerto è stato organizzato dall'associazione Viva la Vita Onlus che da anni si batte per migliorare le condizioni dei malati di SLA e delle loro famiglie, spesso abbandonate e sole nel loro infausto destino.Hanno partecipato Franco Battiato, Marina Rei, Carmen Consoli, Paola Turci, i Radiodervish, Etta Scollo e Roberto Cacciapaglia.

Alice ha cantato "Il contatto", in duetto con Battiato "La cura", "I treni di Tozeur" e "Nomadi" , e
"Prospettiva Nevski" accompagnata da A.Tafuri al pianoforte e dall'Orchestra Roma Sinfonietta diretta dal Maestro Paolo Buonvino. [Grazie a Marco per le info e le foto in alto].
I servizi su: TG2 TG3 TGLa7 TG5



martedì 22 giugno 2010

"Amiche per l'Abruzzo", il dvd

Pubblicato il dvd del concerto-evento tenutosi allo Stadio S.Siro di Milano il 21 giugno 2009. Il ricavato della vendita continuerà ad andare ovviamente a favore delle popolazioni dell'Abruzzo colpite dal terremoto il 6 aprile 2009. Il dvd è distribuito nei negozi di dischi, nelle edicole, negli autogrill e on-line su Ticketone  al costo di 14,90 euro, oltre ad essere visibile in versione integrale a 4 euro su Sky Primafila del 28 giugno. Questa la testimonianza e il ricordo di Alice nel reportage fotografico di Paola Iezzi, che si trova in edicola allegato al dvd: "Lo spirito di solidarietà e la gioia profonda vissuta, condivisa e cantata insieme, fino ad essere così vicine e vicini da non distinguerci più, in quell'immenso abbraccio d'amore...un lunghissimo attimo che porterò per sempre nel cuore". Nel dvd è stata inserita la parte dell'esibizione di Alice in cui canta "Per Elisa" e, nel finale, "Il mio canto libero" insieme con tutte le altre cantanti che hanno partecipato all'evento.
Amiche per l’Abruzzo

domenica 6 giugno 2010

Alice, il concerto di Grugliasco (To) - 5 Giugno 2010

Primo concerto ufficiale del 2010 per Alice, come sempre in splendida forma, che ha proposto diverse canzoni dall'ultimo cd "Lungo la strada" oltre ad alcuni piacevoli "salti" nel suo repertorio storico: da "Chanson Egocentrique" a "Le baccanti", la nuova versione di "Tempo senza tempo", fino ai classici "Il vento caldo dell’estate" , "I treni di Tozeur", "Nomadi" e "Per Elisa". Grazie a Davide e a Flavio per le belle foto; altre foto si possono vedere sul sito del Teatro Le Serre.

giovedì 1 aprile 2010

Alice, una grande lezione di stile

Un disco dove la cantante propone alcuni dei suoi successi, ma anche qualche inedito: una lezione di stile.

Fa' pochi concerti, non appare quasi mai in televisione, non manifesta le proprie idee politiche, è assolutamente impensabile che partecipi a programmi come "L'isola dei famosi": stiamo parlando di Alice, figura anomala e preziosa della canzone italiana.
La cantante non ha scelto l'isolamento come ha fatto a suo tempo Mina, ma ha abituato i suoi ammiratori a tempi dilatati, alieni dalla fretta che impone di parlare di un disco appena è uscito o mai più. Anche per questo parliamo del suo nuovo CD a circa un anno dalla sua uscita.
Il CD precedente, "Viaggio in Italia", risale ormai al 2003; si trattava di un omaggio ai cantautori italiani, con interessanti versioni di brani tratti dal repertorio di Battiato, Fossati, Gaber, Guccini e altri.
Negli anni successivi sono uscite numerose antologie, fra le quali "The Best of Alice" (EMI, 2005) e "Le più belle canzoni di Alice" (EMI, 2006).
Veniamo finalmente a "Lungo la strada", primo disco dal vivo dell'artista romagnola.
Per l'occasione la accompagna un trio di validi musicisti: Marco Pancaldi (chitarre), Alberto Tafuri (tastiere) e l'ex Japan Steve Jansen (percussioni). Quest'ultimo aveva già collaborato più volte con l'artista romagnola, sia in studio che in concerto. Fra i dodici brani del nuovo CD troviamo classici come "Nomadi" e "Prospettiva Nevski", scritte da Battiato, e un altro celebre pezzo del cantautore siciliano, "La cura", che Alice rilegge in modo intenso e personale. All'amica Giuni Russo, recentemente scomparsa, è dedicato un insolito brano di Toto, "'A cchiù bella".Bella come sempre "Anin a gris", con testo in friulano, incisa originariamente per il 33 giri "Il sole nella pioggia" (EMI, 1989).
La cantante conferma la capacità di muoversi con grande disinvoltura in contesti musicali molto diversi.
Dopo l'uscita di questo disco Alice ha partecipato a varie iniziative umanitarie, fra le quali Amiche per l'Abruzzo, un concerto organizzato per aiutare le vittime del terremoto. Successivamente ha ricevuto il "Premio Mia Martini 2009".
Alice appartiene alla ristretta schiera di artisti che sanno distinguersi dalla massa senza gridare la propria diversità: a dimostrarla basta la loro musica. Proprio per questo quello che sanno esprimere non è fatto soltanto di note e di parole, ma contiene anche una grande lezione di stile.

di Alessandro Michelucci, Musicalnews

>>> "Notturno Italiano" Intervista del 5 giugno 2009, ALICE presenta "LUNGO LA STRADA LIVE"

domenica 28 marzo 2010

Alice ai Magazzini Generali, Milano 27 marzo 2010

Frammenti da "Lungo la strada" / Musica e poesia
Alice :Voice, Piano, Keyboards
Alberto Tafuri :Piano, Keyboards, Programming computer

[Foto di Gianpaolo]

Una "ospitata" breve, ma intensa con un pubblico caloroso, quella di Alice ai Magazzini Generali di Milano. Ha iniziato recitando un suo testo inedito accompagnandosi con la tastiera e con Alberto Tafuri al pianoforte, molto suggestivo (nonostante il caos all'interno del locale). Poi ha proseguito con "Dammi la mano Amore", "Il vento caldo dell'estate", "La cura", "I treni di Tozeur" e, nel finale, "Per Elisa". [grazie a Davide e a Pasquale per le foto, a Gabriele per il video de I treni di Tozeur]


[Foto di Davide]





















[Foto di Pasquale]   

mercoledì 17 marzo 2010

Alice, intervista del 12 marzo su Rai.Tv Music

Intervistata da Federica Gentile, in occasione della rassegna "Cantando sotto la storia" all'Auditorium di Roma, Alice parla della sua vita, della sua carriera, del suo nuovo progetto teatrale-musicale legato al tema del Tempo che comprenderà anche canzoni inedite, della sua recente collaborazione con il cantante tedesco Stefan Waggershausen - nel suo album appena pubblicato e intitolato "So ist das Spiel "- con cui canta il brano "Was soll ich Dir sagen" e con cui nel 1984 aveva già inciso il fortunato singolo "Zu Nah Am Feuer".

Qui l'intervista:

sabato 13 marzo 2010

Alice a Roma, 12 marzo 2010 - Auditorium Parco della Musica - Rassegna "Cantando sotto la storia"

Cantando sotto la storia "Col tempo" Ovvero: La musica è una macchina per sopprimere il tempo

Il fortunato ciclo di racconti-concerti "Cantando sotto la storia" continua il suo percorso di riflessione sulla canzone iniziato lo scorso anno, non più attraverso un approccio solo storico e cronologico ma cercando di individuare una chiave di lettura trasversale, che rivelerà inedite considerazioni.
Il tema del primo appuntamento è stato Il Tempo e ha avuto come ospiti speciali il filosofo Giacomo Marramao e la cantante Alice. Lo spirito del progetto Cantando sotto la storia trae spunto dal fatto che, al di là di ogni riflessione, l’ascolto di questi gioielli del passato più o meno recenti, ci racconta ancora molto su come eravamo e come siamo, rammentandoci le parole che Marcel Proust pronunciava nel suo Elogio della cattiva musica: “…Uno spartito di mediocri romanze, consumato per avere troppo servito, ci deve commuovere come un cimitero o come un villaggio (…). Da questa polvere può levarsi in volo (…) lo stormo delle anime recanti nel becco il sogno ancora verde che faceva loro presentire l’altro mondo, e le induceva a gioire o a piangere in questo”.
Alice ha cantato "Febbraio", su testo di P.P.Pasolini e musica di Mino di Martino, "Col tempo sai" di Leo Ferrè e "Tempo senza tempo" di Juri Camisasca. Videoclip [grazie a Marco per il video e a Cristina per le foto Tempo senza tempo]

mercoledì 27 gennaio 2010

Alice a Verona il 21 gennaio 2010

Presso l'Auditorium Nuovo Montemezzi di Verona si è tenuto uno speciale incontro con la presenza di Enrico De Angelis, direttore artistico del Premio Tenco, per presentare il doppio album "Luigi Tenco, inediti": ospite d'eccezione, Alice, che ha cantato "Lontano, lontano"e " Se sapessi come fai" di Tenco, "Il contatto" e "Prospettiva Nevski".


Da "L'Arena.it" Il Giornale di Verona : "L'eterno fascino di Luigi Tenco".
Auditorium gremito di pubblico per la presentazione del doppio cd.
La voce di Alice emoziona "Se sapessi come fai", cantata da lei è persino più bella dell'originale.

Era stracolmo di gente l'auditorium Nuovo Montemezzi del Conservatorio per la presentazione del doppio cd "Luigi Tenco, inediti", impreziosita dalla partecipazione di Alice, effettivamente straordinaria per classe e fascino ancora una volta emanati dalla sua voce e dalla sua figura.
Insomma la cantante di "Per Elisa" e di "Prospettiva Nevski" , già musa privilegiata di Franco Battiato, e che da tempo ha scelto una posizione abbastanza defilata e libera da obblighi presenzialisti televisivi, attira ancora molto, e piace a un pubblico transgenerazionale.
Ma attira ancora molto, evidentemente, anche la figura di Tenco tanto che - come ha detto Enrico De Angelis, curatore del progetto e filologico studioso/archivista dell'opera del cantautore di Ricaldone - questo doppio cd è a tutt'oggi il primo tra i dischi del Club Tenco (una ventina) ad essere entrato in classifica.
Il secondo dei due cd, quello probabilmente più accattivante per il grande pubblico, è costituito da versioni altrui dei brani di Tenco, e quello interpretato anche al Conservatorio da Alice, " Se sapessi come fai", è persino più bello dell'originale per il dinamico valore aggiunto da una voce che nel passare, con naturalezza come accade ad un pensiero in divenire, dal sussurro allo sfogo squillante, ti inchioda all'ascolto e all'emozione. La stessa considerazione vale per la rivisitazione del capolavoro "Lontano, lontano" (con il bravissimo Giannantonio Mutto al pianoforte) e il metafisico "Il contatto", brano originale che Alice ha incluso nel suo ultimo album "Lungo la strada live".
(Foto di Antonella Anti)