Alice

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venerdì 3 agosto 2012

Alice, "Samsara": «Ritorno al disco tra Totò, Battiato e Ferro»


IL MATTINO, 2 agosto 2012 - Intervista di Enzo Gentile

Alice è pronta al ritorno sulla scena discografica: nel 2009 era uscito il primo album dal vivo della sua carriera, «Lungo la strada», il suo ultimo cd in studio risale al 2003, «Viaggio in Italia». Qualcosa di «Samsara» è stato svelato nei concerti dei giorni scorsi, applauditissimi, domenica a Padova, lunedì a «Folkest», atto finale del festival fiore all’occhiello della stagione in Friuli, dove Alice risiede da molti anni.
Un’attesa lunga, «Samsara», uscirà a a settembre: «Per trovare le canzoni giuste, per riuscire a selezionarle secondo un filo logico e artistico coerente non si può avere fretta», spiega lei. «Non si deve correre per registrare, confezionare un’opera così delicata, o trovare le persone giuste per il risultato che vuoi ottenere. Ora i dodici capitoli che ho delineato con il trio di produttori-amici che hanno lavorato con me, Steve Jansen, Marco Guarnerio, Francesco Messina, mi soddisfano del tutto. Rinnovo il sodalizio con Franco Battiato, di cui canto un pezzo meraviglioso, «Eri con me», che lui inserirà nel suo disco annunciato a fine ottobre in una versione molto diversa, e quello con Mino Di Martino, ma poi ci sono anche due nuove composizioni di Tiziano Ferro, ”Nata ieri” e ”Cambio casa”, scritti per me e che mi è piaciuto cantare». Ma non ci sono solo inediti in scaletta: «Amo potermi misurare con il nostro patrimonio canoro e stavolta ho voluto inserire ”’A cchiù bella”, una poesia di Totò che in passato aveva musicato Giuni Russo. E poi c'è una canzone di Lucio Dalla, ”Il cielo”, che ho in repertorio da diversi anni». «Samsara», sperano i fans della chanteuse che vinse a Sanremo con «Per Elisa», potrebbe essere l’occasione del grande rilancio di Alice: «È in corsodi definizione una tournée che in autunno mi porterà nei teatri delle principali città e in coincidenza con l’uscita del disco sarà in rete anche il mio sito, con grafiche e contenuti totalmente rinnovati. Quanto alla tv, mipare che oltre a Sanremo e ai reality show, due realtà che non sento vicini almio modo di comunicare, la musica abbia pochi spazi soffocati. Mai dire mai,comunque: se succede qualcosa di interessante non mi tiro indietro. Ma,appunto, i miei tempi e i miei ritmi forse sono un po’ lontani dalle attuali regole dello spettacolo»

                 

mercoledì 1 agosto 2012

Alice a Spilimbergo: trionfale concerto di chiusura del Folkest Festival

"La trentaquattresima edizione del Folkest Festival, si è conclusa con il trionfale concerto di Alice in piazza Duomo a Spilimbergo (ma quanti fans in adorazione ha la grande interprete friulana d’adozione!?!)...": questo è quanto riporta il comunicato finale di Folkest 2012 sul sito ufficiale del festival, circa il concerto di Alice a Spilimbergo del 30 luglio, dove ha riproposto il programma presentato a Padova  la sera precedente (tranne qualche canzone non eseguita anche per le "ventose condizioni meteo").
Un concerto che, comunque, ha confermato l'intenso momento artistico-creativo di Alice, sempre in splendida forma vocale (e fisica) e sempre più adorata dal pubblico, seguita con attenzione e affetto in questa ulteriore rinnovata fase della sua carriera, alla vigilia del nuovo album pop di inediti, la cui uscita è prevista intorno alla metà di settembre. Buone vacanze a tutti!



martedì 31 luglio 2012

Una voce divina nel tempo senza tempo

Alice, "L’armonia dei canti", live al Pride Village di Padova  - Recensione di Marco Duse

Padova. In attesa del nuovo album, in uscita a settembre, Alice si presenta al pubblico in forma smagliante, con una scaletta che ripercorre le tappe salienti della sua carriera e che lancia, sebbene con un solo brano, l’imminente novità discografica.
L’assetto strumentale essenziale (tastiera, pianoforte e chitarra) mette in risalto le doti canore di Alice, che sfodera una voce potente ed espressiva, di straordinaria pulizia e precisione, sfruttando appieno la sua estensione molto ampia con predilezione per i caratteristici toni bassi e più caldi.

L’apertura è affidata a 1943, brano di Mino Di Martino che segna l’atmosfera di gran parte del concerto: meditativa, intensa e coinvolgente. Dello stesso autore, le melodie che fanno rivivere due poesie di Pier Paolo Pasolini: Al Principe è un manifesto estetico (“Per essere poeti bisogna avere molto tempo […] per dare stile al Caos”), un’ode al mestiere dell’artista particolarmente cruciale in questo periodo in cui alla cultura vengono tagliati spazi e risorse; anche Recessione è un brano profetico, involontario specchio dei giorni nostri (“Rivedremo calzoni coi rattoppi…”), che Alice canta recitando, dilatando i versi laddove emergono nostalgia e speranza. Sempre di Mino Di Martino è l’inedito Morire d’amore, anticipazione del nuovo lavoro, un pezzo storico-mistico sulla figura di Giovanna D’Arco, che ricorda Il Carmelo di Echt di Juri Camisasca. È poesia in musica anche Anìn a grîs, su testo della poetessa Maria Grazia Di Gleria, che lega Alice alla sua terra di adozione, il Friuli.

Sono molti i frammenti del repertorio di Alice che ancora sanno rivolgersi al presente, e “L’armonia dei canti” è strutturato in modo da valorizzarli. A distanza di più di vent’anni, Il sole nella pioggia, album del 1989, è ancora il vertice della carriera dell’artista nonché uno dei dischi italiani più intensi di sempre. Nella scaletta del concerto trovano spazio tre estratti: L’era del mito, Le baccanti e Tempo senza tempo, che proiettano Alice in una dimensione spirituale e mistica, sostenuta dall’andamento ipnotico dei brani. Restando a Juri Camiscasca, autore dei pezzi appena citati, è d’obbligo l’esecuzione di Nomadi, minimalista, raccolta e perfetta. Tutta di Alice, invece, Il contatto, che ribadisce l’immagine dell’artista a cavallo tra due mondi: lì quello fisico e quello spirituale, qui quello del sogno e quello della veglia.
Tre cover omaggiano altrettanti artisti legati direttamente o idealmente ad Alice: una versione rarefatta de Il cielo funge da tributo a Lucio Dalla e vede nuovamente Alice nei panni di valorizzatrice dei tasselli meno noti del repertorio altrui; Giuni Russo, artista per molti versi speculare ad Alice, è ricordata con le note di ‘A cchiù bella, e siamo ancora nel territorio della poesia in musica (il testo è tratto da versi di Totò); infine La cura ricuce la distanza tra Alice e Franco Battiato, suo primo mentore e autore per lei di una serie di brani in bilico tra il popolare e il sofisticato.

Sono di provenienza battiatiana, infatti, i pezzi che maggiormente fanno presa sul pubblico: cantabili come fossero hit intramontabili (e lo sono), Prospettiva Nevski, Il vento caldo dell'estate e I treni di Tozeur si reggono su strutture musicali complesse e testi profondi, che l’esecuzione dal vivo sfrondata dagli arrangiamenti mette ulteriormente in rilievo. Arriva Chanson egocentrique, e Alice recupera il lato giocoso della sua anima pop, che si sfoga definitvamente nei bis, con l’immancabile Per Elisa (che pare una canzonetta ma è in realtà un vero e proprio tour de force vocale) ed infine con Messaggio, brano d’addio (in tutti i sensi), in buona parte affidato al pubblico e che mantiene intatta la propria carica anche privato della base ritmica.

A concerto concluso, tra applausi e ovazioni da stadio, resta la sensazione di aver colto un momento particolarmente felice della carriera dell’artista: Alice è un’interprete di primo piano, ispirata e solida, capace di una gamma espressiva molto ampia; sa consegnare al pubblico i momenti più alti del suo repertorio creando una continuità tra il passato e il presente, tra la popolarità e la sperimentazione. “L’armonia dei canti” contiene e condensa le diverse anime di Alice e prelude alla nuova evoluzione, prevista per la fine dell’estate – un’evoluzione che si compie alla luce di un credo, personale e poetico, contenuto in E’stato molto bello, brano di Battiato che Alice prelevò da Gommalacca facendone una tappa del suo Viaggio in Italia: “Io non invecchio, niente più mi imprigiona”.Fonte: NonSoloCinema

lunedì 30 luglio 2012

Alice incanta il Padova Pride Village

Concerto molto partecipato della cantante che ha riproposto tutti i suoi successi e i brani del «maestro» Battiato.
 

PADOVA. Le sue esibizioni sono rare ma per il Pride Village ha fatto un'eccezione. «Ci tenevo» ha detto ad Alessandro Zan che l'ha fortemente voluta alla manifestazione. Alice ha richiamato quasi 2mila persone domenica sera per il suo concerto in fiera riproponendo i suoi successi più famosi. Da “Nomadi” a “Il vento caldo dell'estate”, la voce della cantante forlivese ha ripercorso tre decenni di musica comprendendo anche “Per Elisa” e “Messaggio”.
Numerosi gli omaggi al maestro Franco Battiato con cui ha condiviso parte del percorso musicale: tra questi la “Prospettiva Nevski” e un'intima interpretazione de “La cura”. Non sono mancati i momenti riflessivi anche grazie alla scelta essenziale di portare sul palco tastiera, pianoforte e chitarra.
La voce di Alice ha incantato il pubblico che le ha dimostrato il suo affetto in diversi modi: tra i più apprezzati dalla stessa cantante una piantina di violette donata da un fan prima dell'esibizione. Appena entrata in scena Alice l'ha posata sul pianoforte, dove è rimasta per tutta la durata del concerto. di Valentina Voi Fonte e fotografie: Il Mattino di Padova
 

sabato 28 luglio 2012

La notte di Alice al Padova Pride Village: «Cantare è vincere i limiti»

La voce inconfondibile, le scelte controcorrente, a settembre un nuovo album.
E il concerto padovano, dove stracciare tutte le etichette imposte dalla società.


PADOVA. Alice domani sera sul palco del Pride Village con “L'armonia dei Canti”: l'eleganza colta di una delle voci più apprezzate della musica italiana. Sta per uscire il suo ultimo disco, atteso per settembre con nuovi inediti, ma per i fans l'appuntamento è già a domani, alla fiera di Padova. Dopo il successo commerciale, il trionfo sanremese nel 1981, la carriera di Alice, al secolo Carla Bissi, ha “deviato” lungo le coordinate della canzone d'autore, di ricerca e sperimentazione. Oltre al sodalizio con Franco Battiato, vanta collaborazioni con musicisti come Steve Jansen dei Japan, Trey Gunn dei King Crimson e molti altri, che la rendono oggi un’artista di livello internazionale. Nella sua lunga carriera, l'occasione di suonare in una manifestazione come il Pride Village di Padova finora non c'era mai stata.
Come si avvicina Alice a questa data?
«Mi fa piacere relazionarmi con l'essere umano, al di là di tutto. Questo è quello che conta, il resto sono sovrastrutture. La nostra società ha sempre bisogno di etichettare, io personalmente vorrei andare oltre. Il Pride Village di Padova è un appuntamento importante, che ha una valenza culturale a vari livelli e quindi sono ben felice di essere presente con la mia musica».
Cosa dobbiamo aspettarci dal suo show?
«I fans che mi conoscono e verranno al concerto sanno già perfettamente cosa aspettarsi. Per quelli che non mi seguono da un po’ sarà un’occasione per ritrovarmi, scoprire una parte che non conoscono e ritrovare al contempo qualcosa di famigliare».
Come coniuga il successo dei primi anni Ottanta con la scelta di avviare nuovi percorsi di ricerca?
«Ho fatto una scelta completamente slegata dalle grandi hit, è stata una scelta musicale e non commerciale, ma questo non significa che i due aspetti non possano essere compatibili. Quando lo sono il risultato è massimo, ma non è tutto in funzione di questo. Il mio percorso musicale è dettato da una voglia di rinnovamento, di superare sempre se stessi andare oltre i propri limiti. La musica è un mezzo straordinario che va ben oltre la musica stessa: offre la possibilità di confrontarsi con la cultura e con società differenti. Con “Melodie passagere”, album del 1988, ad esempio è stato bello cercare le radici della canzone in Satie, Fauré e Ravel ».
Strade fatte di musica quelle percorse da Alice, che incanta con la voce, con i lunghi capelli neri, gli occhi profondi. Strade che l'hanno portata a “vivere ovunque”, vicina più al futuro che al passato. Il biglietto per il concerto costa 10 euro. Matteo Marcon - Fonte:  ”Il Mattino di Padova”

domenica 8 luglio 2012

29 luglio 2012, Concerto di Alice a Padova - Pride Village

Alice in concerto: un viaggio musicale attraverso i suoi più grandi successi.

Domenica 29 luglio 2012, al Padova Pride Village 
Via Carlo Goldoni, Padova. Info
Ingresso a 10,00 € dalle ore 20.00.


sabato 7 luglio 2012

30 luglio 2012, Concerto di Alice a Spilimbergo (PN)

Alice torna in concerto nella sua terra di adozione, il Friuli, ospite del Folkest Festival il prossimo 30 luglio a Spilimbergo (PN) in Piazza Duomo alle 21,15. Biglietti a 22,00€ (+ 4,00€ prevendita) Info e biglietti Folkest

venerdì 6 luglio 2012

Alice alla Milanesiana 2012, "Il cielo" e "Morire d'amore"

Anche quest'anno Alice è stata invitata alla prestigiosa manifestazione ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi.
Accompagnata da Alberto Tafuri (tastiera, piano e chitarra) e Marco Guarnerio (chitarre), Alice ha cantato brani da vecchi dischi, "Al principe", "La recessione", "Chanson egocentrique", "L'era del mito", "Tempo senza tempo", "Prospettiva Nevski", "Per Elisa", e poi due brani dal prossimo disco in uscita a settembre (e ancora dal titolo top-secret) : ”Il cielo", cover del brano di Lucio Dalla, scomparso improvvisamente nel marzo scorso e che Alice ha voluto così ricordare e omaggiare; e ”Morire d’amore”, un brano inedito di Mino Di Martino, ispirato dalla lettura della biografia di Giovanna d'Arco scritta da Jules Michelet. Prossimo appuntamento live a Padova il 29 luglio 2012.(Grazie per le foto a Davide e a Enzo)



giovedì 5 luglio 2012

5 luglio 2012, Intervista su Repubblica: "La classe di Alice"


Era il 17 luglio del 1965 quando, a nemmeno undici anni, faceva il suo debutto su un palco con il suo vero nome, Carla Bissi. Quarantasette anni e diciannove dischi dopo, Alice è ancora li', su un palco, interprete raffinata e unica come pochissime in Italia, capace di costruirsi un percorso indenne a mode e tendenze.
Questa sera la cantante sarà al Dal Verme per la Milanesiana con un repertorio talmente vasto da avere l'imbarazzo della scelta.
Cosa ascolteremo stasera?
«Farò dei brani tratti dal miei vecchi dischi, sicuramente uno spazio importante lo occuperanno le canzoni tratte dagli scritti di Pier Paolo Pasolini messe in musica da Mino Di Martino. In scaletta però includerò anche due canzoni, in anteprima assoluta, del mio nuovo disco, che uscirà a settembre».  
Lei ha attraversato quattro decenni di musica: come vede la scena oggi? Le piacciono i talent che vanno per la maggiore? «Devo dire di no, non riesco a seguirli. In tutta sincerità trovo che siano spettacoli televisivi più che musicali, sfruttano talenti e spesso li bruciano perché non consentono loro di potersi sviluppare e di crescere. Un tempo era possibile crescere, lavorare e per raggiungere risultati passavano anche anni. Oggi allora, dico che è meglio il web dei talent».
Chi erano i suoi miti, i modelli quando ha cominciato? «Mai avuto miti o leggende da seguire, non mi è mai appartenuta quella logica. Pero' ricordo che negli anni Settanta guardavo con grande interesse a due modelli femminili molto diversi: Aretha Franklin e Carole King».
In carriera, oltre a personaggi come Battiato, ha lavorato con grandi musicisti stranieri come Mick Karn e Richard Barbieri, Phil Manzanera e Tony Levin: a chi è rimasta più legata? «Con quelli con cui ho lavorato più a lungo, senza dubbio. Jansen, per esempio, che ha prodotto molti pezzi e con cui ho fatto un bellissimo tour europeo. Ma anche delle collaborazioni con Jon Hassell e Paolo Fresu ho un bellissimo ricordo».
Nel nuovo disco, che sarà il suo primo di inediti dopo nove anni, ci sarà anche la mano di Tiziano Ferro. Come vi siete incontrati? «Sono una fan di Ferro fin da tempi non sospetti, mi è sempre piaciuto il suo modo di scrivere canzoni senza mai essere banale, cosa sempre difficile. Un amico comune ci ha messo in contatto e devo dire che Tiziano è stato gentilissimo e disponibile, non credevo». 
Nel disco ci sarà anche il suo vecchio amico Franco Battiato? «Poteva mancare? Una sera, dopo che in macchina avevo ascoltato a tutto volume la sua meravigliosa L'ombra della luce, l'ho chiamato e gli ho chiesto di scrivermi una canzone che fosse altrettanto bella. E lui così ha fatto». Fonte: La Repubblica - ANDREA MORANDI

domenica 24 giugno 2012

Il grande ritorno di Alice, "imperfetta e gioiosa", intervista da "Io Donna", 21 giugno 2012

Alice: “Vi racconto i no che mi hanno fatto diventare imperfetta e gioiosa

Prima il successo con il botto, poi una carriera di nicchia. Ma ora che torna in grande stile, Alice si confessa - di Maria Laura Giovagnini , 21 giugno 2012 - Fonte : Io Donna



Alice è bella. In jeans, camicia bianca e sneakers, è ancora la ragazza che nel 1981 incantò a Sanremo - e vinse - con Per Elisa. Alice è brava (non dilunghiamoci: ascoltate un pezzo qualsiasi). Alice è tosta: rinunciò al successo facile per una carriera sofisticata, quindi di nicchia. Ma allora Alice che ci fa alla Milanesiana 2012, dove il tema è “l’imperfezione”? «Scherza?» salta su lei, che poi si chiama Carla. Carla Bissi («Il nome d’arte lo scelse il produttore, nel 1975»). «L’imperfezione è lo stato in cui viviamo e ha un valore straordinario: ti spinge verso il nuovo, verso la crescita, nella tensione di raggiungere la perfezione».
Ma qualche studio dice che il perfezionismo è nemico delle donne: provoca ansia da prestazione, “blocca”.
Chiariamo: il perfezionismo è qualcosa di maniacale, bisogna liberarsene. Diverso tentare di raggiungere il meglio di quel che si è. La perfezione, sì, ma solo rispetto a sé. Comunque non credo sia questione di genere: ho vicino un uomo (Francesco Messina, grafico e professore all’Università di Venezia, ndr) costantemente proiettato nel dare il massimo. Lo svantaggio, per una del mio mestiere, senza scadenze obbligate? Non finiresti mai...
Non a caso sono tre anni che rimanda l’uscita del nuovo disco di inediti.
A settembre esce davvero!
Imperfetta e felice?
Imperfetta e gioiosa. La felicità è qualcosa che non dura. La gioia è un nucleo intangibile dentro di noi. Ogni tanto si addensano nuvoloni, o addirittura temporali pazzeschi, però ho imparato a relativizzare. A vent’anni hai impeto, entusiasmo, forza prorompente per realizzare quel che immagini. Con il tempo assegni il peso giusto alle cose. Oggi, per esempio, per me non è prioritario avere approvazione da parte degli altri: sono come sono, non ho niente da dimostrare. Faccio quel che mi piace. Nel mio lavoro spesso si tendeva - una volta noti - a ripetere gli stessi schemi. Atteggiamento che non mi è mai appartenuto.
Nell’84, famosa in Italia, famosa in Germania, in effetti poteva “sedersi”.
Ho fatto scelte anticommerciali ancora prima. Nel 1982 la Capitol Records mi chiamò a Los Angeles, progettavano un lancio internazionale di Per Elisa: versioni in inglese e spagnolo, promozione nel mondo per tre anni. Mi sono chiesta: a me interessa, il successo? Non so gestire quello che c’è già: non ho più una vita privata, non so chi sono. Sempre con la valigia in mano, solitudine profondissima. Ho detto di no.
No?
Perché stupirsi? Non è un vanto, infatti è la prima volta che lo racconto. Era normale per me. Non ho scelto questo lavoro per la popolarità. Ho sempre respirato musica: mio padre suonava, mia sorella pure, mia madre aveva una bellissima voce. Ho cantato per la prima volta a 15 mesi, in chiesa, davanti al presepe: ero emozionata e mi è venuto d’istinto.
E a 13 anni si è esibita in pubblico... 
No, a sette. Ero in gita a San Marino e c’era il Festival dei Ragazzi presentato da Mago Zurlì. Volevo vedere il mio mito, ho sfinito papà e mamma perché mi iscrivessero. Lì un maestro ha suggerito ai miei di incoraggiarmi perché avevo talento. L’hanno fatto, e ne sono riconoscente: lezioni di canto e piano. Nel 1971 ho vinto Castrocaro, ho iniziato a ricevere anche proposte cinematografiche, roba tipo La liceale. Sempre detto “no”. Diplomata, ho preferito lavorare in uno studio d’architetti: non sapevo cosa volevo, ma sapevo con esattezza cosa non volevo.
La svolta?
Forse l’incontro con il produttore Angelo Carrara: mi ha presentato Franco Battiato e il mio compagno. Fondamentale anche aver conosciuto Henri Thomasson, discepolo di Gurdjieff (il filosofo e mistico armeno, ndr): è stato il mio maestro spirituale.
In che cosa consiste l’insegnamento?
Non si può spiegare razionalmente, si muove a un altro livello. Ti risuona nel profondo. Perché uno diventa monaco? Perché un altro diventa buddista?
Lei ha cantato nelle chiese.
Sì, nel 1999 mi invitarono alla rassegna milanese Musica dei cieli. Avevo sempre vissuto il canto come forma di preghiera elevatissima ed è stato come se avessi trovato il mio posto, anche interiore. Da lì è iniziata la liberazione dal desiderio di consenso. Le insicurezze si sono dissolte.
Vola alto, Carla. Difficile immaginarla nel quotidiano.
Perché? Mi alzo presto, apro la finestra e respiro i profumi (vivo nel verde, vicino a Udine), provvedo ai nostri otto gatti. Al mattino mi occupo della casa, al pomeriggio del lavoro. Cucinare non è una priorità (non lo è nepppure mangiare, a dire il vero): Francesco lo fa centomila volte meglio di me!
Una vita lineare.
Mah, lineare... Se voglio andare da A a B, mi ritrovo sempre a C. Anche Sanremo era C. Però, posso lamentarmi? No, certo. Posso solo dire grazie alla vita.
(Che, nella sua imperfezione, a volte è perfetta).









venerdì 22 giugno 2012

Alice, a settembre uscira' il nuovo album!

Roma, 22 giu. (Adnkronos) - Uscira' a settembre il nuovo album di Alice prodotto da Steve Jansen, Francesco Messina e Marco Guarnerio. Pochi artisti in Italia hanno saputo come lei coniugare successo di pubblico e sperimentazione, mainstream e ricerca, pop e musica classica. Costruire una carriera in Italia ed essere in grado di esportarla con successo all'estero. Pochi hanno saputo cantare grandissimi autori e interpreti - valga un nome per tutti, quello di Franco Battiato - con la stessa maestria degli originali, portando la loro musica in direzioni nuove e, a volte, inesplorate.
La sua ricerca ha fatto di Alice un'instancabile viaggiatrice, appassionata al suono in un modo non comune tra chi fa il suo mestiere. Si spiegano cosi' le prestigiose collaborazioni intrattenute nel corso degli anni con musicisti internazionali i cui nomi spaziano da Steve Jansen, Richard Barbieri, Tony Levin, Danny Thompson, Peter Hammill, Jon Hassell, Phil Manzanera, Paolo Fresu e Skye dei Morcheeba. Allo stesso modo Alice ha scelto il suo repertorio, incastonando nel suo personale arazzo musicale sublimi momenti leggeri e pagine di alto spessore compositivo, sempre adattando la sua voce a quella che fosse la sfida del momento, preservandone proprio cosi' il senso di un progetto unitario.
Ne e' un'ennesima riprova anche l'album in uscita il prossimo settembre, realizzato scegliendo accuratamente brani da lei scritti, cosi' come canzoni di autori importanti e dal nome in alcuni casi sorprendente: Mino Di Martino, Franco Battiato e Tiziano Ferro. Alice sara' in concerto il prossimo 5 luglio al Teatro Dal Verme per la tredicesima edizione de La Milanesiana a tema - L'imperfezione - dove si esibira' con brani del suo repertorio.
     
            

domenica 22 aprile 2012

Concerto di Bellinzona (CH) "L’armonia dei canti", 21 aprile 2012

Teatro gremito in Svizzera a Bellinzona, per il concerto di Alice intitolato "L'armonia dei canti", in cui  ha riproposto i brani degli ultimi concerti di "Lungo la strada", aggiungendo nei bis una ritrovata e applauditissima "Messaggio", cantata tutta insieme con il pubblico presente. Questa la scaletta:



1. 1943 2. Gli ultimi fuochi 3. Il contatto 4. Prospettiva Nevski 5. Nomadi
6. Chanson egocentrique 7. I treni di Tozeur 8. La recessione 9. Le baccanti
10. Tempo senza tempo 11. Il sole nella pioggia 12. Anín a grîs 13. Dammi la mano amore
14. A' cchiu' bella 15. La cura 16. È stato molto bello 17. Non insegnate ai bambini
18. Il vento caldo dell'estate 19. Per Elisa 20. Messaggio
Ancora un pò di attesa per la pubblicazione del nuovo album, la cui realizzazione è stata da poco ultimata.
Possibile qualche data live nella prossima estate, mentre un tour vero e proprio è previsto per l'autunno-inverno prossimi. [Grazie a Davide per le foto e per il video]


«Musica e parole possono accompagnare la nostra vita, nelle sue varie fasi di asprezza o prati aperti, sempre alla ricerca dell'Armonia, anche attraverso l'armonia dei canti». Alice


mercoledì 28 marzo 2012

Angelo Carrara

Angelo Carrara è stato il produttore dei dischi di maggior successo commerciale di Alice: la loro collaborazione incominciò nel 1980 con l’album “Capo Nord” e il singolo “Il vento caldo dell’estate” per proseguire nel 1981 con  l’album “Alice” che conteneva successi come “Per Elisa” e “Una notte speciale”,  nel 1982 con  “Azimut” e le hits “Messaggio” “A cosa pensano” “ Chanson Egocentrique”, nel 1983 con “Il profumo del silenzio” e “Solo un’idea” di “Falsi Allarmi” , nel 1984 con il singolo “I treni di Tozeur”, per concludere nel 1985 con l’album “Gioielli Rubati”, trainato dal singolo “Prospettiva Nevski”, ultimo grande successo della loro importante collaborazione. Angelo Carrara si è spento il 27 marzo 2012 a Milano e questa intensa interpretazione di “Prospettiva Nevski” di Alice a Riva del Garda, è a lui dedicata.



sabato 3 dicembre 2011

Babylonia feat. Alice - "Io sono il deserto"


Taken from the BABYLONIA album "THE ETHEREAL COLLECTION" including all singles from "Later Tonight" and "Motel La Solitude" albums and the brand new track "Io Sono Il Deserto" written by Robbie Rox.

"The Ethereal Collection" is available on digital download services and on LIMITED EDITION NUMBERED VINYL LP exclusively at www.halidon.it

Directed by Stefano Bertelli

"Io Sono Il Deserto"
Recorded and produced by Max Giunta
Mixed by Marco Barusso
Mastered by Marco D'Agostino

Guitars by Marco Barusso
Additional vocals by Alice

"A special thanks to Alice for helping me to make my dream come true, for your kindness and your generosity, for the light and hope in building a new day"

Babylonia Official Site

venerdì 4 novembre 2011

Alice live nel cd "Luigi Tenco. Sulle labbra di un altro"

Verrà pubblicato il 15 novembre "SULLE LABBRA DI UN ALTRO" (Lilium/Club Tenco/Venus), un cofanetto contenente i Cd "Lontano lontano" e "Come fiori in mare Volume II".


Nel primo, curato da Enrico de Angelis, trova posto la sigla d'apertura del Premio Tenco, dal 1989 al 2010, il celebre brano "Lontano lontano", nelle toccanti versioni rese dal vivo (al Teatro Ariston nelle varie edizioni del Premio) da alcuni tra i più prestigiosi nomi della canzone italiana: Alice, Arbore, Bennato, Bersani, Cammariere, Capossela, Cristicchi, De Sio, Finardi, Guccini, Jannacci, Mannoia, Milva, Nannini, Paoli, Pravo, Ranieri, Vanoni, Vecchioni, Venditti, ma anche il grande brasiliano Gilberto Gil..
Nel secondo, con la direzione artistica di Giancarlo Onorato, il nuovo capitolo del celebre tributo uscito nel 2001 (Lilium/ExtraLabels/Virgin): 16 nomi della più recente scena d'autore italiana rendono omaggio all'autore con inedite e originali versioni personali di canzoni di Tenco: Stefano Amen, Cesare Basile, Carlot-ta, Alessandro Fiori, Iosonouncane, Mauro Ermanno Giovanardi, Ettore Giuradei, Alessandro Grazian, Guido Maria Grillo, Mariposa, Evasio Muraro, Onorato, Alberto Patrucco, Gianmaria Testa, Giulia Villari, Zibba.
Il disco, nella sua unicità, e per la prima volta, rappresenta un collegamento ideale tra diverse generazioni di artisti, riuniti tutti dal comune amore per Luigi Tenco.


sabato 2 luglio 2011

28 giugno 2011, Intervista da l'Unità

Alice: «Il pubblico è stufo del consumismo. Ora riparto da Pasolini».

La popolare interprete ospite della «Milanesiana» racconta del suo passato («Per Elisa») e del prossimo album in uscita.


Milano. Con una selezione dal suo raffinato repertorio Alice ci ha guidato nel «Giardino incantato», allestito apposta per la Milanesiana su richiesta di Elisabetta Sgarbi, ideatrice e direttrice del Festival meneghino di letteratura, musica, cinema, scienza, arte e filosofia. Il tema della XII Milanesiana è «Bugie e Verità» e, ieri sera, Alice ha scelto di svilupparlo attraverso la poetica di brani quali Povera Patria di Franco Battiato, Un Blasfemo di Fabrizio De André, Non Insegnate ai Bambini di Giorgio Gaber, 1943 di Mino De Martino che si è ispirato alla poesia della tedesca Else Lasker-Schuller , e Nomadi di Juri Camisasca. «Il titolo l'ho estrapolato in maniera ironica dalla canzone di De André pensando al nostro Paese, stregato dal mito di necessità false spiega Alice -. Tuttavia, oggi, osservo con gioia il segno di un risveglio delle coscienze, di nuove esigenze non più legate a un sistema zavorrato. Con le ultime elezioni amministrative e il referendum di questo mese il seme del cambiamento ha germogliato la sua prima fogliolina. Questo risveglio popolare è un segnale forte che manifesta il desiderio di farsi sentire, in Italia, ma anche altrove: Nord Africa, Siria, Spagna con gli Indignados ». Forlivese dal fascino tenebroso e dal possente timbro vocale, stile rabbioso «alla francese», Alice è un caso raro nel panorama musicale italiano. Programmata dalla sua prima casa discografica per diventare una star della canzone commerciale, affidata addirittura ai Pooh perché si affermasse come loro mielosa versione al femminile, Alice Visconti emerge a Castrocaro e a 17 anni è già a Sanremo, firmata Remigi. Incide un paio di 45 giri e con Festa mia, regalatale da Califano, vince la Gondola d'oro. Incide persino un brano di Riccardo Fogli, prima di fuggire da un percorso che più tardi definirà «da disgusto». Le sue pulsioni artistiche rivolte al rinnovamento, sia nell'interpretazione canora, sia nella proposta dei brani, nel 1980, approdano felicemente al connubio con Franco Battiato e il suo clan (Francesco Messina, Giuni Russo, Giusto Pio). L'anno dopo, a 27 anni, Alice (troncato il cognome) spopola a Sanremo con Per Elisa, impetuosa performance da grande chanteuse. Quanto piace la sua bellezza col broncio e la rabbia senza livore che esplode nella sua voce! Sono giorni di trionfi al Festivalbar, nei tour anche all'estero e all'Eurofestival con I treni di Tozeur, in coppia con Battiato. «Ho avuto la fortuna di incontrare musicisti straordinari che mi hanno aiutata ad emanciparmi  - commenta Alice -. Ho sempre cantato quello che mi interessa, slegata dai canoni commerciali guardando alla realtà, oltre le apparenze. Io mi considero un mezzo, consapevole o meno: cerco di comunicare emozioni sulle tematiche che mi interessano». Nonostante il solido rapporto professionale e d'amicizia, per Alice anche la «tutela» di Battiato diventa ingombrante. Rafforza il rapporto (anche personale e sentimentale) con Francesco Messina e s'incammina in un percorso élitario con album e concerti in cui si misura con i lieder tedeschi, Fauré, il surrealismo musicale di Satie e le composizioni avvolgenti di Ravel. «Fu una scelta ardita che comportò rinunce e determinò situazioni élitarie osserva Alice -, ma a monte non c'era la volontà di rivolgermi a pochi intimi. Quello che mi dava il successo commerciale non era esattamente quello che cercavo e, così, mi sentii un po' prigioniera. Avevo due possibilità: o smettevo di cantare, o cambiavo radicalmente il mio percorso per portare avanti la mia idea di fare musica e di cantare. Oggi, a distanza di 30 anni, vedo la mia crescita di cantante-pop legata proprio al disagio di quei momenti conflittuali». Alice non rinuncia alla sua identità di artista-pop nemmeno quando si rivolge alla poesia per i suoi album e i suoi concerti: «Il pubblico ha bisogno di sentire qualcosa di profondamente vero, al di là delle illusioni e delle offerte di una società basata su necessità consumistiche e, quindi, false. Penso che le riflessioni e le preveggenze di grandi poeti come Baudelaire, Pasolini, Schuller, traghettate dalla musica, possano godere di una via più diretta per raggiungere la gente e farle ritrovare quel qualcosa che manca. Nel mio prossimo album, che uscirà a ottobre, ci saranno anche Verlaine e Rimbaud: saranno tutti brani originali, arrangiati con grandi firme internazionali, tranne un paio di cover a sorpresa ».

di Paolo Calcagno L’Unità
[foto di Davide]

martedì 28 giugno 2011

27 giugno 2011, Alice canta "Povera patria"

Alice, ospite de "La Milanesiana 2011", nel suo breve concerto intitolato "Il giardino incantato", ha proposto, accompagnata alle chitarre da Marco Guarnerio: "Un blasfemo", "1943", "Non insegnate ai bambini", "Povera patria" (grazie a Davide per il video), "Nomadi" e "Dammi la mano Amore".
Questa estate non farà altre date live, in quanto si sta dedicando totalmente alla realizzazione del nuovo disco, la cui uscita è prevista per il prossimo mese di ottobre.
La Milanesiana  

mercoledì 22 giugno 2011

Alice a "La Milanesiana": «La mia Italia ha sete di poesia»

Alice: nel «giardino incantato» la gente si sta risvegliando. Il nuovo recital dell'interprete prende spunto dai versi di scrittori e cantautori

A cosa pensano i cantautori quando cantano? Per esempio, a cosa ha pensato Alice quando ha scelto di proporre per il pubblico de La Milanesiana (lunedì 27 giugno, in Sala Buzzati) un recital intitolato «Il giardino incantato»? «Pensavo al nostro Paese e alla condizione in cui si trova», risponde ridendo al telefono. «Un titolo ironico per parlare dell'oggi, anche se mi sembra che il popolo italiano, fortunatamente, abbia cominciato a svegliarsi». Nel recital non ci saranno anticipazioni dell'album che uscirà in autunno. «Canterò "Il blasfemo" di De André sui versi di Edgar Lee Masters, ed è da lì che ho preso "il giardino incantato". Poi "Non insegnate ai bambini" di Gaber, riprenderò "Povera patria" di Battiato, più qualcos'altro, per mescolare vari elementi». Da sempre Alice mostra di avere grande attenzione per i testi, che non di rado prende direttamente da poeti e scrittori come Baudelaire («L'étranger»), Pasolini («La recessione»), Else Lasker-Schüler («1943»), Fleur Jaeggy («Oceano di silenzio»). «Nel prossimo album ci saranno anche Verlaine e Rimbaud», dice. «Sono convinta che ci sia bisogno di poesia, personalmente con i miei testi mi interessa esprimere qualcosa di profondo e poetico, contemporaneamente».
E nelle canzoni è sempre possibile? «Anche se mantengo sempre un'attenzione particolare, costante per il testo, io come cantante appartengo al pop. Il pop, si sa, è un linguaggio di grande comunicazione, apparentemente semplice, ma basta poco per rischiare la banalità. A me piace il linguaggio pop, che è più leggero certo ma io voglio che non sia mai scontato. E nonostante le molte spinte per una produzione più commerciale, posso dire che mi è riuscito di mantenere la mia strada personale, credo non banale». E il pubblico come ha reagito, per esempio quando scelse di cantare Fauré, «Pie Jesu» o altri brani su musiche di Ravel, Satie? «È stato un bel salto, sapevo che ci sarebbe stata una selezione nel pubblico, però ho avuto la bella sorpresa di vedere che una buona parte di quelli che mi seguivano accolsero questa mia scommessa con grande favore».
Vincitrice del Sanremo della rinascita, 1981, con «Per Elisa» (musica di Franco Battiato e Giusto Pio, parole di Battiato e Alice), interprete personalissima di molte canzoni di Battiato («Messaggio», «Prospettiva Nevski», «I treni di Tozeur») e di Juri Camisasca («Nomadi»), Carla Bissi di Forlì, in arte Alice, coniuga negli anni Ottanta successo e qualità, aggiungendo ai concerti italiani frequenti e fortunate tournée all'estero, dalla Germania al Giappone. Nell'84, con Battiato, si classifica quinta all'Eurofestival con «I treni di Tozeur» e l'anno dopo dedica sempre a Battiato l'album «Gioielli rubati». Dall'86, la svolta. Grazie all'incontro con Francesco Messina, Alice affronta linguaggi musicali diversi e collabora con artisti internazionali. Nascono così album come «Park Hotel», «Il sole nella pioggia», «Mezzogiorno sulle Alpi». In quest'ultimo è inserito un brano, «La recessione», di Pier Paolo Pasolini. «È stato Mino Di Martino, che collabora con me, a suggerirmi quella poesia. Di Martino era uno dei Giganti, poi dopo la fine del gruppo ha intrapreso una carriera personale, musicando testi di Pasolini». Da lui è venuta la proposta di usare la versione italiana - tradotta dallo stesso P.P.P. - della poesia in friulano compresa nella raccolta «La nuova gioventù». Intanto Alice prova testi e musiche di grande spiritualità, canta con Skye dei Morcheeba e Morgan dei Bluvertigo, si fa accompagnare dall'Orchestra Toscanini, per lei suonano Paolo Fresu e Steve Jansen.
In un tour («Le parole del giorno prima») mescola poesie e canzoni dei cantautori italiani.
Ma quando, alla fine dei concerti, le richiedono «Per Elisa», lei che fa? «Per molti anni non l'ho più voluta cantare, poi nel '96 l'ho ripresa, in una versione progressive, e ora sta nella scaletta dei miei concerti. Non c'è bisogno di aspettare il bis». E «Messaggio»? «Non è ancora arrivato il momento per riprenderla, ma sento che nell'aria c'è voglia di sentirla di nuovo». Quel ritornello a voce spiegata «Vai via dalla mia vita, con te voglio farla finita» fu un grido liberatorio all'inizio degli anni 80. «Sì, lo fu anche per me. Il giorno che la rifarò, glielo farò sapere».

Intervista di Ranieri Polese - Fonte: Corriere della Sera  22 giugno 2011.

domenica 3 aprile 2011

Concerto di Alice a Rieti, 2 aprile 2011

Ultimo spettacolo, molto probabilmente, per quanto riguarda il progetto "Lungo la strada", con il programma collaudato degli anni passati, sempre emozionante e proposto con passione, rigore e professionalità.


Alice fino ad agosto sarà impegnata nella registrazione del nuovo disco di inediti che - ha anticipato - comprenderà qualche canzone sua e, tra le altre, una di Battiato, due di Tiziano Ferro e Mino Di Martino (che, per l'occasione, stavolta ha musicato una poesia di Rimbaud).
Un disco senza uno specifico filo conduttore, che conterrà dunque canzoni di vario tipo che - ha confessato entusiasta - la stanno facendo "divertire" molto. L'uscita è prevista per ottobre 2011 con tour a febbraio-marzo 2012.
Il prossimo appuntamento in cui la si potrà ascoltare live sarà a fine giugno alla rassegna "La Milanesiana" che si tiene ogni anno a Milano.
[Grazie per le bellissime foto a: Flavio (in alto), a Davide (in basso) e a Marco (foto qui a fianco) grazie anche per lo splendido video di "Non insegnate ai bambini"]


Alice, cantautrice colta ed ermetica - di  Fernando Felli, Il Giornale di Rieti

"Bella, dai lunghi capelli neri, una voce che incanta interpretando un repertorio sofisticato che tocca la sensibilità del pubblico".


Sabato 2 aprile si è svolta la seconda serata al Teatro Flavio Vespasiano del Premio Dodici Donne con la partecipazione della cantautrice Alice. Presente in platea un numeroso gruppo di fans che hanno dato alla serata la giusta calda atmosfera. Sul palco lei, Alice in splendida forma dai lunghi capelli neri sul bel viso altero, occhi da cerbiatta e movenze sprezzanti a enfatizzare l’invettiva al fiele intonata dal suo possente contralto.
Il repertorio è composto da una ventina di canzoni che svelano la peculiare ricerca dei testi molto sofisticati e spesso all’insegna del nonsense, tipico dello stile di Franco Battiato. Tra questi brani possiamo citare “ Chan-son egocentrique”, I treni di Tozeur”, “Prospettiva Nevski” nei quali emerge la forza interpretativa di Alice. C’è posto anche per la poesia portata in forma musicale come “La recessione”, un testo di Pier Paolo Pasolini, tratto dall’album più ermetico in cui l’artista raggiunge il punto più alto della propria maturità artistica. Al Friuli, terra da lei amata e dove attualmente vive, è dedicata una fiaba “Anìn à gris”, andiamo a grilli.
Seguono i brani che l’hanno portata al successo tra i quali “Il vento caldo dell’estate”, “Il sole nella pioggia”, “Come un sigillo” e “Per Elisa” con il quale vinse il 31° Festival di Sanremo nel 1981. Suggestiva interpretazione della poesia di Totò “A' cchiù bella” che è un omaggio all’amica e collega Giuni Russo. Bella l’interpretazione del brano di Franco Battiato “La cura”, particolarmente amato dal pubblico femminile. Ad accompagnare Alice in un’ora e mezza di emozioni è il bravo pianista e polistrumentista Alberto Tafuri che si alterna alla chitarra, alla tastiera e al pianoforte.
Il concerto di Alice mette d’accordo tutti e fa risaltare la bravura di una cantautrice spesso schiva ad apparire sotto i riflettori e che ai tanti applausi ricevuti risponde con un filo di timidezza. In un momento particolarmente di crisi per la cultura, causato dell’insensibilità dei governanti, si registra una controtendenza nell’aumento della presenza del pubblico, specie di giovani e questo fa pensare che l’arte in genere è fonte di vita. È quello che si sta registrando ogni sera in questo eccezionale fine settimana al Teatro Flavio Vespasiano.